Monte Infornace
Via Cieri
Nota:
La maggior parte degli escursionisti pensa che la vetta del Monte Infornace corrisponde al punto dove è posta la tabella metallica con la scritta "CLUB ALPINO ITALIANO - Sezione dell'Aquila - MONTE INFORNACE M. 2424". Ci sono alcuni errori: la quota non corrisponde a quella indicata sulla cartina IGM e sulle mappe escursionistiche che è 2469 m e la targa è posta su una sella che è un punto di passaggio del Sentiero del Centenario.
La vera vetta del Monte Infornace si trova spostata di qualche decina di metri in direzione Ovest rispetto la tabella e per raggiungerla bisogna fare una piccola deviazione dal sentiero del Centenario (vedi foto n 045 - 048 - 049 - 050).
Introduzione:
Via alpinistica adatta solo a persone esperte.
Programmare l’escursione in condizioni atmosferiche eccellenti, in caso di pioggia o temporale il percorso diventa pericoloso a causa della discesa d’acqua.
tempo di salita 4 ore - ascesa 900 m - Km 7,5 - Traccia GPX (vedi Nota 2).
Tempo di discesa (stessa via) 3,15 ore
Fare riferimento alla cartina: PARCO NAZIONALE GRAN SASSO-LAGA - Club Alpino Italiano - Sezione dell’Aquila - Carta dei sentieri, scala 1:25000 - SELCA - Firenze
Nota2:
La traccia GPX qui riportata non è precisa, soprattutto la parte che riguarda la scalata vera e propria, dato che si passa tra torrioni e strettoie che peggiorano la ricezione dei satelliti; quindi non affidarsi più di tanto al GPS.
Percorso auto:
Da Assergi si prende la Strada Statale della Funivia del Gran Sasso d’Italia 17bis, superato il centro turistico di Fonte Cerreto (stazione inferiore della funivia) si prosegue per Campo Imperatore. Al bivio dopo 17 chilometri da Fonte Cerreto trascurare la strada di sinistra che porta all’Albergo di Campo Imperatore e proseguire dritti sul grande altopiano erboso. Percorsi altri 3,5 chilometri si lascia a destra la strada asfaltata che porta a Santo Stefano di Sessanio e si prosegue ancora dritti per 1 chilometro per parcheggia su un largo spiazzo a destra, quota 1567 m circa (21,5 chilometri da Fonte Cerreto).
Si potrebbe proseguire in auto ancora per 500 metri e arrivare all’inizio della sterrata che dovremo seguire a piedi, ma nei pressi non ci sono spazi adatti alla sosta e c’è il divieto di percorrere le strade bianche se non autorizzati, parcheggiando all’imbocco della stessa si rischia una multa ed è per questo che è meglio lasciare l’auto come sopra scritto.
Descrizione:
A piedi si continua a percorre la Strada Statale 17bis in direzione Est per circa 500 metri fino a incontrare sulla sinistra una sterrata che attraversa Campo Imperatore in direzione Nord, quota 1550 m. La prima cosa che si nota è un grande stazzo e la sterrata ci passa vicino (pochi metri a sinistra). In estate qui sostano più di un migliaio di pecore e subito viene da pensare che bisogna affrontare i cani pastori. Se si è abituati a questo tipo di incontri e se ci sono si affrontano, non bisogna dimostrare nessuna paura, non correre ma continuare a camminare lentamente e magari cercare di fare amicizia con il capo branco, una volta che capiscono che non sei un pericolo per il gregge, ti lasciano in pace. Se invece è una delle prime esperienze allora uscire dalla sterrata e aggirare lo stazzo a sinistra rimanendo il più lontano possibile.
Superato lo stazzo che si lascia a destra, si inizia ad aggirare il rilievo tondeggiante del Monte Paradiso da sinistra. Seguendo sempre la traccia percorsa da jeep si passa accanto alla Fonte San Lorenzo (1657 m, asciutta) e si prosegue entrando in un piccolo avvallamento, Valle San Lorenzo, avvicinandoci al caratteristico fiume di breccia chiamato la Canala (si rimane sul versante destro senso di marcia). Si ruota attorno ad un secondo rilievo tondeggiante, le Veticole, e ci si avvicina sempre di più al fiume di sedimenti alluvionali della Canala; infine si entra nel letto breccioso a quota 1800 m circa. Si percorre l’ultimo tratto su un impressionante canale di breccia e sabbia mentre le pareti rocciose si fanno sempre più vicine.
Si supera un manufatto in cemento (in alto a sinistra), in corrispondenza del quale ci sono 2 pini, poco oltre si incontra un altro manufatto e si arriva alla base di un grande compluvio roccioso dove c’è la lapide, ben visibile, che indica l’inizio della Via Cieri, nei pressi ci sono briglie di grossi sassi e muri di cemento (1810 m, fin qui 1,15 ore). Il percorso si inerpica lungo tutto il fosso in direzione Nord Nord-Ovest, è quasi sempre leggermente coricato, è segnato da vernice giallo-rossa abbastanza sbiadita. Presenta poche difficoltà tecniche e di esposizione, passaggi di I e II non attrezzati.
Superata una briglia di sassi che sbarra il canale ci si incammina su un argine naturale breccioso, sulla destra abbiamo il fosso roccioso e di fronte un grosso gendarme che dobbiamo aggirare a sinistra. Rimontato il gendarme (la via è indicata da frecce rosse e bandierine giallo rosse) si risale il canale che in questo tratto è formato da rocce pulite dallo scorrere dell’acqua durante le piogge, e zolle d’erba. Più in alto la via si fa meno ripida e zigzaga tra rocce, breccia sabbiosa ed erba, poi si riprende a salire serpeggiando; la conformazione del terreno non cambia.
Alcuni salti di qualche metro si possono aggirare per erti prati gradinati a destra o a sinistra dell’impluvio. Si giunge cosi a quota 2030 metri circa (dall'auto 2,15 ore) dove si devia a destra (Nord Est) e si sale sempre aggirando grosse rocce. A quota 2070 metri circa si supera una placca leggermente più alta di quelle fin ora salite e poco più in alto (2100 m) si devia a sinistra (Nord Ovest). Si continua a superare enormi massi, costoni secondari e pinnacoli, ancora una deviazione a destra, Nord-Est (2180 m) facendo un traverso, omini di pietra e segnali sbiaditi, si aggira una spalla in senso antiorario (2230 m) e si risale dall’altra parte in direzione Sud-Ovest, tra rocce ed erba fino a raggiungere un’evidente forcella (2290 m, dalla partenza 3,15 ore).
Rimane da salire l’ultimo canalino abbastanza stretto e ripido (II grado), quando si allarga diventa breccioso e meno ripido, infine un tratto ampio con sassi ed erba e si giunge su un altro dosso (2390 m, 3,45 ore). Risalita un ultima rampa erbosa e pietrosa si esce in cresta e si raggiunge a sinistra la vetta (2469 m, 4 ore), ottimo il panorama sul Monte Prena, sul Mare Adriatico e su Campo Imperatore e sul Corno Grande.
cartina 1-2
cartina 2-2 particolare
grafico altimetrico
001 - il Gran Sasso visto da Campo Imperatore
002 - risalendo la Canala, vista delle Coste di Sferruccio
003 - risalendo la Canala, vista del Prena (a destra) e dell’Infornace (a sinistra)
004 - il letto ghiaioso della Canala, in fondo in primo piano il Monte Paradiso e dietro la Cima di Monte Bolza
005 - la testa della Canala e il valico (1970 m) oltre il quale c’è la Fornaca
006 - …si supera un manufatto in cemento (in alto a sinistra), in corrispondenza del quale ci sono 2 pini…
007 - …poco oltre se ne incontra un altro e si arriva alla base di un grande compluvio…
008 - briglie di cemento alla testa della Canala
009 - l’inizio della Via Cieri
010 - la lapide all’inizio della Via Cieri “Via Raffaele Cieri Pugliese, Maggiore Medico Alpini, Decorato al
Valor Militare”
011 - …il percorso si inerpica lungo tutto il fosso…
012 - …è quasi sempre leggermente coricato ed è segnato da vernice giallo-rossa abbastanza sbiadita…
013 - uno sguardo indietro lungo il tratto appena risalito, in fondo la base del grande compluvio
014 - …presenta poche difficoltà tecniche e di esposizione, passaggi di I e II non attrezzati…
015 - il canale da risalire solo in condizioni meteo ottimali altrimenti l’acqua porta giù tutto…
016 - alcuni passaggi su prato ripido e gradinato
017 - passaggi di I su roccia, si nota il colore giallo sbiadito di un vecchio segno del CAI
018 - la base del grande compluvio della Canala, si notano i due manufatti in cemento, quello di destra
ha a guardia 2 pini
019 - passaggi di II
020 - uno sguardo indietro durante uno dei passaggi di II
021 - sempre nel canale districandosi tra enormi massi
022 - in alcuni tratti c’è il prato gradinato che facilita la progressione
023 - si serpeggia tra enormi pinnacoli sempre aiutati dai segni sbiaditi
024 - la Canala e i manufatti in cemento sempre più lontani
025 - canalini e pinnacoli
026 - ancora passaggi di II
027 - passaggi di II
028 - gendarmi inaccessibili da semplici escursionisti
029 - canalino abbastanza coricato
030 - la salita non termina mai
031 - in primo piano la vetta arrotondata delle Veticole e, ai piedi dell’altopiano, la parte meno conosciuta
del Gran Sasso che termina con il Monte Cappucciata, in lontananza la Majella
032 - aggiramento di un enorme gendarme
033 - si ritorna a salire ripidamente
034 - un facile canalino di erba e roccia che porta su una forcella
035 - oltre la forcella ancora un lungo canalino
036 - sempre passi di I e II
037 - la parte rocciosa dell’ultimo canalino vista dall'alto
038 - la parte erbosa e l’uscita sulla cresta
039 - il Monte Prena
040 - il Monte Infornace 2469 m
041 - la Via Cieri indicata da vernice rossa, il Gran Sasso e a destra i Monti della Laga
042 - dal Monte Infornace vista del Sentiero del Centenario, il Monte Prena e il Monte Camicia
043 - uno sguardo verso il teramano, in fondo i Monti della Laga e i Sibillini
044 - il Corno Grande visto dal Monte Infornace
045 - il Corno Grande e Campo Imperatore, visti dalla cima del Monte Infornace 2469 m
046 - la tabella con la quota sbagliata del Monte Infornace (c’è scritto 2426 m anziché 2469 m)
047 - Giuseppe e Francesco sul Monte Infornace
048 - particolare della Cima del Monte Infornace rispetto alla tabella metallica,
in fondo il Monte Prena (foto Luglio 2007)
049 - altro particolare, foto scattata ad Ottobre 2014
050 - dal Monte Infornace uno sguardo verso il Corno Grande (foto Ottobre 2014)