Appennino oltre i 2000 metri
Dente del Lupo: per la cresta Nord-Est, traversata
Dente del Lupo
per la cresta Nord-Est (traversata)
Note:
escursione effettuata a fine Luglio 2017.
La strada che scende da Campo Imperatore a Castelli-Farindola in quel periodo era chiusa al traffico a causa di una grande valanga (località Rigopiano) e abbiamo avuto problemi per poter passare in auto. Nella ricognizione del 2018 la strada è stata riaperta.
La traccia GPX è quella che lo strumento ha registrato lungo il percorso; comunque essendo un itinerario alpinistico che passa in alcuni canalini stretti potrebbe avere un errore maggiore del solito, non affidarsi esclusivamente alla traccia.
farsi accompagnare da guide alpine esperte
Introduzione:
IL Dente del Lupo posto in un ambiente superbo e severo è rimasto sconosciuto alla gran parte degli escursionisti-alpinisti fino al 2007, anno di nascita del Club 2000m che lo ha inserito nella lista delle montagne superiori ai 2000 metri dell’Appennino.
La sua cresta Nord-Est separa il Fondo della Salsa (Ovest), dove si innalza imponente la parete Nord del Camicia, dal Gravone (Est) una lunga e complessa valle.
Da quando è stato conosciuto molti sognano di scalare la vetta, per molti motivi tra cui quella di completare la salita di tutti i 2000 dell’Appennino. La scalata, da qualsiasi versante si parte, non è banale; bisogna scendere e risalire dei ripidissimi prati di erba falasca, entrare in canalini di II - III - III+ pericolosissimi per un eventuale caduta di sassi (l’ambiente è imponente ma molto “marcio”).
Se si sale da Sud, il sentiero che scende alla Forchetta di Penne non è segnato, non ci sono omini di pietra (tranne l’imbocco a quota 2440 m, sulla cresta delle balconate del Monte Camicia lungo la quale si sale dal Monte Tremoggia allo Sperone Nirvana), non ci sono segni di vernice. Raggiunta la Forchetta di Penne rimane da risalire una parete composta da blocchi di roccia molto instabili con passi di IV grado. Tutto questo è un altro segno che questi luoghi sono poco frequentati.
Per questi motivi il Club 2000m ha deciso di non includere nella collezione delle vette questa cima. Nulla vieta a chiunque di scalarla ma solo per esperienza personale e non per vanto. IL consiglio per tutti coloro che sono determinati, motivati, hanno passione, sono allenati è di rivolgersi a guide alpine.
Qui descrivo l’itinerario della cresta Nord-Est scalata per la prima volta in inverno da Carlo Alberto (Betto) Pinelli e dai suoi amici.
Per l’impresa, fatta insieme a Roberta Capannolo e Gemma Cerini, ci siamo fatti accompagnare dalla fortissima guida alpina Leandro Giannangeli "il camoscio d'Assergi" e dal suo amico capo cordata, altrettanto forte, Enrico Antonetti dell’Aquila.
Percorso auto:
Da Campo Imperatore (dopo aver lasciato un'auto a Fonte Vetica) si prende la strada in direzione di Castelli (Teramo) e Farindola (Pescara). Superato il Vado di Sole si scende fino alla località Rigopiano (dove questo inverno, anno 2017, c’è stata una enorme valanga che ha spazzato via un grande albergo).
Al bivio continuare a sinistra direzione Castelli, percorsi 5 Km ci fermiamo a quota 1155 m, sulla destra c’è un piccolo spiazzo dove parcheggiare l'auto; a sinistra si nota una traccia di sentiero, appena accennata, che sale nel bosco. Guardando la cartina del Club Alpino Italiano Sezione dell’Aquila si nota che lungo la strada Campo Imperatore-Castelli ci sono 8 basi di partenza segnalate con la scritta 4V (Sentiero dei 4 Vadi); il nostro itinerario inizia alla quinta base in ordine di altezza decrescente (località tra Colle dei Cavatori a Nord e Colle del Tassone a sud).
Un’altra alternativa per raggiungere la base di partenza (attualmente, Agosto 2017, è l’unica perché la strada che scende da Campo Imperatore, a causa della valanga dell’inverno passato è chiusa al traffico) è partire da Castelli e percorrere la Strada Provinciale 37 del Gravone per 9 Km circa.
Note:
tempo totale della traversata considerando solo le soste per manovre di corda 9,30 ore - ascesa circa 1500 m - discesa 850 m - Km 9,5
Cartina: Gran Sasso d’Italia - carta dei sentieri - Parco Nazionale Gran Sasso-Laga - scala 1:25.000 - Club Alpino Italiano Sezione dell’Aquila - S.E.L.C.A. Firenze
Itinerario:
Si inizia a salire ripidamente nel bosco, i segnali bianco-rosso sono scarsi. A quota 1270 m si passa vicino al bottino dell’acquedotto di Fonte Brecciaro (non c’è possibilità di prendere acqua). Sempre in direzione Sud-Ovest si prosegue a serpentina fino ad uscire dal bosco (quota 1550 m). Si sale un ripido pendio erboso in diagonale verso destra puntando all’ultimo evidente canale prima di una grossa spalla rocciosa della cresta Nord-Est; in basso a destra si notano gli spuntoni di roccia chiamati la Scaglia.
Giunti alla base del canale si indossa l’attrezzatura e lo si risale tutto (II - III grado). Usciti su uno scosceso prato erboso si raggiunge la base di una evidente parete liscia e verticale. Si prosegue a destra costeggiando la parete, la si aggira tenendola a sinistra e subito dopo si sale dritti, sempre in ripida salita, puntando ad un canalino che si fa sempre più evidente mentre ci avviciniamo.
Anche questo, più stretto del precedente, si segue integralmente con qualche passaggio di III - III+ fino a giungere presso un masso appoggiato sul fosso e che forma una grotta. Si sale a sinistra e si esce su un pendio scosceso pieno di detriti rocciosi. Si va a sinistra e ci si affaccia sul Gravone.
Pochi metri più in alto si traversa a sinistra sui prati sempre scoscesi, si scende di poco e sempre traversando si intercetta un evidente canale sulla nostra destra che si risale tutto (II grado) fino al forcellino dove a sinistra c’è l’ultima paretina da risalire per giungere sulla cima. Sul forcellino c’è una sosta attrezzata che ci servirà per scendere dalla parte opposta in doppia.
Con una salita di 40 metri circa (III grado) si perviene in vetta (quota 2297 m), sosta con chiodo e spit. Tempo di salita 5,45 ore - ascesa 1200 m - Km 4,4
Ritornati sul forcellino si scende con una doppia di 60 metri la parete opposta al canale di salita. La zona è molto marcia, bisogna stare attenti a non fare partire pietre e massi. Appena “toccato terra” prima che scende il secondo bisogna trovarsi un riparo sotto alla parete in modo da evitare eventuali cascate di roccia che la stessa corda o la persona che sta scendendo potrebbe provocare.
Quando tutti sono scesi e le corde sono state recuperate si scende il conoide detritico e si risale il ghiaione fino alla Forchetta di Penne 2245 m. Da qui, spalle al Dente del Lupo, si imbocca l’evidente canale a destra del valico, si risale tutto (II grado); poco prima che termina ci si sposta a sinistra per intercettare un forcellino (sulla parete di destra c’è una grossa scritta rossa un po’ sbiadita).
Si scende sul prato sottostante, si aggira un costone roccioso verso destra e su ripidi prati si sale sulla cresta delle balconate del Monte Camicia (quota 2440 m) che porta sul Pilastro Nirvana. Dal Dente del Lupo 2,30 ore - ascesa circa 300 metri - Km 1,6.
Dalle balconate si intercetta la via normale che sale al Monte Camicia per il Vallone di Vradda e si scende a Fonte Vetica, quota 1630 m, dove la traversata termina 1,15 ore - discesa 850 m - Km 3,5.
cartina 1-5
cartina 2-5
cartina 3-5
cartina 4-5
cartina 5-5
001 - il Dente del Lupo visto dal Monte Tremoggia (Sud-Est)
002 - nel bosco, la salita dalla partenza è sempre ripida
003 - sul ripido prato puntando al canalino di destra
004 - la Scaglia
005 - il primo canalino da risalire
006 - la fortissima guida alpina Leandro Giannangeli di Assergi (L’Aquila) prepara l’attrezzatura
007 - un momento della salita
008 - la guida in azione
008a - il ripidissimo pendio
008b - si sale in sicurezza
009 - apre la via il capo cordata (altrettanto forte come Leonardo) Enrico Antonetti dell’Aquila
010 - un momento della salita
011 - uno sguardo indietro
012 - la parete verticale e compatta (una delle poche) da raggiungere
013 - traverso sotto la parete (Roberta Capannolo)
014 - aggirata la parete si continua a salire
015 - il tratto appena salito, pieno di sassi instabili
016 - sempre in salita, Enrico va avanti
017 - uno sguardo indietro
018 - Leandro prepara la via
018a - salita molto ripida
019 - in primo piano Gemma Cerini e più in alto Roberta Capannolo
020 - zona molto “marcia”, siamo circondati da massi instabili
021 - Enrico in azione
021a - Enrico Antonetti, capo cordata
022 - masso appoggiato che forma una grotta
023 - ancora uno sguardo indietro
024 - un momento di sosta mentre la guida Leandro, instancabile e molto professionale, controlla la via
025 - sosta
026 - Gemma, Enrico e Leandro
027 - si prosegue con un traverso a sinistra
028 - in fondo il Corno Grande
029 - si aggira il costone e si entra nel Gravone
030 - ancora un traverso molto ripido per raggiungere l’ultimo canalino (visibile nella foto) da risalire
031 - il canalino; in alto il Dente del Lupo
032 - Leandro in azione sull’ultima parete, III grado molto esposto
032a - sulla cima, Dente del Lupo 2297 m
033 - dalla cima del Dente del Lupo, Roberta mentre fotografa e Leandro che fa sicura
034 - Giuseppe e Gemma sul Dente del Lupo
035 - Giuseppe, Gemma e Roberta sul Dente del Lupo
036 - in discesa dal Dente del Lupo, luogo molto aereo
037 - Leandro ha preparato la doppia, il primo a scendere è Enrico, fondamentale il suo aiuto in questo momento
perché è lui che decide quanta corda ci vuole per “toccare terra” e sceglie il posto dove ripararsi da eventuali
cadute di sassi nel mentre scendono gli altri. La guida alpina e il capo cordata si capiscono al volo
038 - particolare della discesa in corda doppia
039 - dopo essere sceso mi riparo sotto una roccia aspettando che tutti calino
040 - conoide detritico
041 - la parete appena scesa, si notano alcune corde fisse, l’ambiente è molto “marcio”
042 - la Forchetta di Penne, ...ancora non è finita..., a destra si nota il canalino da risalire
043 - il Dente del Lupo visto dalla Forchetta di Penne
044 - dalla Forchetta di Penne, spalle al Dente del Lupo, il canalino da prendere
045 - nel canalino
046 - il Dente del Lupo visto dal canalino
047 - poco prima dell’uscita dal canalino si piega a sinistra
047a - risalita del canalino, dietro il Dente del Lupo
048 - all’uscita del forcellino, a destra i prati da risalire
049 - la via da percorrere, sempre ripida
050 - un attimo di sosta all’ombra
051 - all’uscita sulla cresta che dal Monte Tremoggia conduce al Pilastro Nirvana
052 - il Pilastro Nirvana e la via normale del Vallone di Vradda
053 - in discesa verso Fonte Vetica
054 - Fonte Vetica con la guida alpina Leandro (a destra della foto) e il capo cordata Enrico
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Ultima modifica: 30 Aprile 2018