Percorsi vari
Val Serviera (giro ad anello)
Anello Val Serviera
da Capo le Macchie
“l’Anello delle Fonti”
Introduzione:
Stupenda "esplorazione" che si effettua in una zona tra le più selvagge della Majella. Bosco molto fitto dal verde intenso che scende nei dirupi sottostanti, profondi e inaccessibili, enormi pareti che conservano ripari pastorali sotto roccia alcuni di difficile accesso.
Dal Colle Bandiera la vista dell’anfiteatro della Valle del Fossato è impressionante, subito viene da pensare che è impossibile che tra queste pareti e il bosco scosceso passi un facile sentiero che consenta di entrare nella Val Serviera senza difficoltà e addirittura permetta di compiere un giro ad anello. Invece la via è evidente, segnata molto bene con bandierine di vernice bianco-rosso e segnavia G6-H1-G3.
Qualche anno fa una grande valanga staccatasi dal versante Sud-Est del Monte Pizzone ha spazzato via una piccola parte dell’antica mulattiera, altri tratti sono stati invasi da enormi alberi che ancora adesso (agosto 2022) ostacolano il passaggio. Grazie all’Ente Parco è stata fatta una deviazione che obbliga l’escursionista a risalire la scarpata per un centinaio di metri di quota e passare dove la valanga non ha fatto danni.
Tutto l’anello è un meraviglioso itinerario che si può definire anche “l’Anello delle Fonti”, se ne incontrano tante e tra fontane, sorgenti e ruscelli se ne contano almeno undici
Tempo complessivo della gita 9 ore - ascesa 1500 m - Km 20 - Traccia GPX
Fare riferimento alla cartina:
PARCO NAZIONALE della MAJELLA - Carta Escursionistica - scala 1:25.000 - EDIZIONE 2016
Percorso auto:
Da Palombaro si segue la strada comunale per il campo sportivo e poi si continua a salire in direzione di Colle Morgia; al primo bivio si svolta a sinistra (direzione Fara San Martino). Dopo una leggera discesa si continua in piano, si passa il Casale Capo le Macchie e alla biforcazione successiva si va a destra (se si continua dritti si giunge presso il campo sportivo di Fara San Martino e, ancora avanti, si arriva al paese uscendo a monte del grande stabilimento di pasta). Superate un gruppo di abitazioni si prosegue fin dove la strada termina, cercarsi uno spiazzo per parcheggiare, quota 650 m, località Capo le Macchie.
Descrizione:
A piedi, giunti alla fine della strada asfaltata, trascurare la sterrata di sinistra (segnavia G3 per Fara San Martino che si percorrerà al ritorno), il sentiero di destra (segnavia G3 per Grotta S. Angelo e Pennapiedimonte) e seguire, dritti, l’evidente sentiero con palina di legno e scritta G6. Si procede in ripida salita, senza possibilità d’errore, salendo lungo una mulattiera rocciosa nel bosco. Ad un bivio andare a sinistra (0.20 ore, 780 m), a destra, dopo pochi metri, c'è un caratteristico bottino dell’acquedotto chiuso a chiave e una panca per picnic da dove si ha una buona visuale su Palombaro e il bosco di Capo le Macchie.
Il sentiero oltre ad essere segnato da paline di legno G6 è segnato anche da vernice su roccia (fondo verde e scritte gialle F2 - F3, colori del Corpo Forestale dello Stato) e bandierine di vernice bianco-rosso. Si esce dal bosco e si sale tra roccette e sfasciumi lungo la dorsale “le Preselaria” raggiungendo un secondo bottino con una fontanella e una piccola pozza d’acqua limpida, ci si può rinfrescare e bere (0.25 ore, 890 m).
Si prosegue con un’ottima visuale su Fara San Martino, il Lago di Casoli e la Costa Adriatica; in alto a destra si nota la Croce di Colle Bandiera. Trascurata a destra la mulattiera che sale direttamente alla Croce (1085 m) si aggira a Sud lo sperone di Colle Bandiera e ci si imbatte in una bellissima e inaspettata fontana che ha una grande portata d’acqua che, alcune volte al minuto, esce con una grande pressione (1 ora, 1130 m). Aggirato completamente lo sperone si sale a destra fino a raggiungere la vetta del Colle Bandiera (0.15 ore, 1197 m), ottimo il panorama sulla costa del Mar Adriatico tra l’Abruzzo e il Molise.
La via prosegue in direzione Nord-Ovest fino a giungere a quota 1340 m circa dove c’è l’evidente deviazione a destra con indicazione (freccia di legno, segnavia G10) per Cima Macirenelle. A sinistra in basso si notano le strettissime gole che scendono verticali nella Valle del Fossato e nella Val Serviera, spicca anche la verdissima Cima della Stretta che separa le valli appena citate dalla Valle di Santo Spirito. Si continua dritti a mezzacosta, sempre nella stessa direzione, lungo il segnavia G6; la mulattiera aggira le grandi pareti rocciose ricche di ripari sotto grotte della Cima Macirenelle, Cima Raparo e Martellese.
Non si vede nessuna traccia in lontananza, ci si chiede se veramente c’è un sentiero che passi tra gli impervi e ripidi costoni, avanzando ci si rende conto che il passaggio esiste e non è neanche esposto. Si rimane sempre fuori dal bosco superando, con leggeri saliscendi, numerosi fossi e canali dalle forme bizzarre che poi convergono nella Valle Serviera e Valle del Fossato. Il sentiero per qualche tratto costeggia le pareti di roccia molto friabili, sono gli unici punti dove bisogna fare attenzione ad eventuali cadute di sassi e massi (ogni tanto si sentono echi “paurosi” del rumore dei sassi che precipitano giù).
Si cambia direzione, Sud, si entra nel bosco e si continua a salire raggiungendo quota 1600 m, ora il sentiero sembra andare in piano, si esce dal bosco e si attraversa un lungo prato aggirando il versante Est della Cima Forcone. Si cambia nuovamente direzione, Sud-Ovest, e si passa sotto ad una parete rocciosa e boscosa con numerose grotte pastorali, si continuano ad aggirare speroni rocciosi ed erbosi e ci si imbatte con un “inatteso” vecchio bottino dove dentro si sente confluire tanta acqua. La porta di ferro della presa d’acqua è chiusa e bloccata da uno spago, una volta aperta è facile riempire le borracce e rinfrescarsi; nonostante la siccità di quest’anno, 2022, l’acqua qui è abbondante (2 ore, 1520 m).
Prima di ripartire ricordarsi di richiudere lo sportello di ferro e bloccarlo con lo spago altrimenti la prossima volta si rischia di trovare il bottino chiuso con un lucchetto. L’ambiente è sempre stupendo e meraviglioso, montagne rocciose dove prevale il verde intenso dei faggi e dei pini mughi, forre infernali che precipitano strette e a picco. Si gira un costone e si prosegue in direzione Ovest, si attraversa a mezza costa il versante Sud della Cima Forcone, davanti compare la Valle dell’Acquaviva e la Valle del Forcone che confluiscono nella Val Serviera che si ha in basso a sinistra.
Passati numerosi ricoveri sotto roccia si passa accanto alla sorgente Fonte Viola dove non c’è possibilità di prendere acqua ma ci si può rinfrescare il viso e la testa bagnando il cappello (0.20 ore, 1550 m). Ancora a mezza costa ormai in vista del Monte Acquaviva, del Monte Pizzone e della Grotta Pastorale Callarelli che si trova sulla sinistra idrografica (destra senso di marcia) dell’impervia Val Serviera, punto strategico per i pastori e per gli escursionisti che percorrono la valle (0.15 ore, 1570 m).
Sotto la roccia c’è un bel bivacco, chiuso in parte con muri a secco, con due brande e un camino e, sempre nella stessa cavità, si trova una sorgente d’acqua con un recipiente che conserva il prezioso liquido. Di fronte alla grotta il sentiero si biforca, il G6 che bisogna continuare a seguire (in direzione Sud) scende per attraversare la valle e poi aggirare il versante Est del Monte Pizzone, il G8 risale la Valle dell’Acquaviva.
Attraversato il fosso, punto di confluenza della Val Serviera con la Valle dell’Acquaviva e la Valle Forcone, si passa accanto ad una piccola cascata che scende dalla Valle Acquaviva e si inizia a salire nella faggeta per superare la dorsale della Cima della Stretta che separa la Val Serviera dalla Valle di Santo Spirito. La via è sempre evidente e segnata molto bene, Superato il punto più alto (1620 m) si inizia a scendere verso la Valle di Santo Spirito, una deviazione segnata da un palo di ferro, in meno di un minuto, porta verso l’ottima e inattesa Fonte del Pesco (1 ora, 1335 m). Aggirati alcuni costoni si prende la direzione Sud-Ovest e si è in vista della “vicina” ma ancora lontanissima Gola di Fara San Martino. Si passa tra radure scoscese e bosco, qui bisogna fare una deviazione in salita di circa 100 metri di dislivello per superare un punto dove una valanga, qualche anno fa, ha cancellato un tratto di sentiero e coperto con alberi un altro tratto. La deviazione comunque è segnalata molto bene sempre da bandierine di vernice bianco-rosso.
Si continua a scendere ancora lungamente fino ad entrare nel fosso della Valle delle Mandrelle che, poco più in basso, si unisce alla Valle di Macchia Lunga nella località Bocca dei Valloni (0.50 ore, 1055 m). Qui si trova una panca per picnic, un piccolo fontanile asciutto, un palo con indicazioni escursionistiche. Si segue il segnavia H1 che scende lungo il fosso chiamato Valle di Santo Spirito. Si passa tra pareti alte centinaia di metri giungendo in uno slargo dove sotto una roccia si trova la Fonte delle Vatarelle (0.30 ore, 850 m).
Sempre in discesa si superano alcune antiche morene sempre passando sotto altissime pareti rocciose e si giunge in un punto dove la valle si allarga e si trova la Fonte Vaiz’ Long (0.30 ore, 580 m). Da questo punto in poi si inizia ad incontrare numerosi turisti che visitano il Monastero di San Martino in Valle passando nella stretta gola di San Martino. Si prosegue passando accanto ad un tubo dove esce acqua a pressione, si lascia a sinistra il Monastero e si passa la famosa strettoia giungendo presso un ampio parcheggio (0.15 ore, 490 m).
Si continua a sinistra seguendo la strada asfaltata che scende parallela alla Sorgente del Verde e poi al Fiume Verde. Ci sono alcuni piccoli ponti che invitano ad attraversare il fiume, non farlo ma continuare a seguire la strada principale. Prima di giungere presso le strutture del grande pastificio (si vedono da lontano) si incontra un ponte dove c’è una freccia escursionista di legno che indica la direzione del sentiero G3 che a sinistra riporta a Capo le Macchie (0.10 ore, 400 m). Si attraversa il Fiume Verde sul ponte e su sterrata molto dissestata, pietrosa e per alcuni tratti molto ripida, si giunge all’auto chiudendo il giro (1 ora, 650 m).
cartina
grafico altimetrico
001 - da Capo le Macchie uno sguardo a Fara San Martino
002 - serbatoio con panca per picnic
003 - il sentiero lungo la dorsale “la Preselaria”
004 - serbatoio (bottino) con fontana
005 - particolare della fontana
006 - vista di Fara San Martino dal sentiero G6
007 - fontana sotto lo sperone a Sud di Colle Bandiera
008 - particolare della fontana con vasca
009 - l’anfiteatro della Valle del Fossato
010 - Colle Bandiera
011 - incrocio sentiero G6 e G10
012 - uno dei valloni che scendono dalla dorsale formata da Cima Macirenelle,
Cima Raparo e il Martellese
013 - aggirando la Cima Forcone, tratto del sentiero che va in piano
014 - il sentiero sfrutta delle larghe cenge
015 - si prosegue in piano sotto salti di roccia
016 - il serbatoio (bottino) inatteso, sportello chiuso con uno spago
017 - dentro c’è una buona portata d’acqua
018 - si può fare rifornimento d’acqua
019 - il bottino e il sentiero
020 - segnavia G6 dipinto sul manufatto
021 - la testa della Val Serviera e il Monte Acquaviva
022 - i ricoveri sotto roccia sono tantissimi
023 - Sorgente Fonte Viola
024 - uno sguardo nel fosso della Val Serviera
025 - la Grotta Callarelli e la Valle del Forcone
026 - particolare della Grotta Callarelli
027 - sorgente nella Grotta Callarelli
028 - interno del ricovero sotto la Grotta Callarelli
029 - acqua che scende dalla Valle dell’Acquaviva
030 - la Grotta Callarelli vista dopo aver attraversato il fosso (nel punto di
confluenza della Val Serviera con la Valle dell’Acquaviva e la Valle Forcone)
031 - il sentiero prosegue nella faggeta
032 - un "comodo" tratto di sentiero
033 - dopo aver superato la dorsale della Cima della Stretta si incontra la Fonte
del Pesco con ottima acqua
034 - in vista della Gola di Fara San Martino, sembra vicina
035 - ancora uno sguardo alla Gola di Fara San Martino
036 - la Valle di Santo Spirito
037 - Bocca dei Valloni (punto di incrocio della Valle di Macchia Lunga, Valle delle
Mandrelle e Valle di Santo Spirito), si nota una piccola fontana con vasca (asciutta)
038 - le grandi pareti della Valle di Santo Spirito
039 - la Fonte delle Vatarelle
040 - ancora enormi pareti
041 - ormai nella zona turistica delle Gole di Fara San Martino..., presso la
Fonte Vaiz’ Long
042 - Acqua a pressione, altro punto dove potersi rinfrescare
043 - arrampicata nella Gola di Fara San Martino
044 - Monastero di San Martino in Valle
045 - la famosa Gola di Fara San Martino
046 - il sentiero G3 da seguire per chiudere l’anello
047 - un'altra fontana lungo il sentiero G3
048 - il sentiero con segnavia G3 che da sterrata diventa una ripida e larga
mulattiera
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Ultima modifica: 30 Aprile 2018