Percorsi vari
La Via del Grifone alla ricerca dei cippi di confine Borbonico-Papalini
La Via del Grifone
alla ricerca dei cippi di confine Borbonico-Papalini
dal cippo n° 442 al n° 454
Introduzione:
Un’escursione tra storia, natura e fede alla scoperta dei cippi di confine tra lo stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie. Si partirà dal Convento dei Frati Minori di San Giacomo di Poggio Bustone passando per il Colle la Forca, Cappafolle, la Doganella, Monti Ceresa (massima quota 1531 m), Fonte Petrinara, Prato San Giacomo, Fonte del Prato Santo, Eremo di San Francesco.
Il giro è ad anello in senso antiorario ma nulla vieta di farlo al contrario, i tempi dell’escursione non cambiano. Il percorso ripercorre l’antica linea di frontiera che, fino all’unità d’Italia, svolgeva il ruolo di spartiacque tra Stato della Chiesa e Regno Borbonico. Dal punto di vista naturalistico ed escursionistico si attraverseranno pinete e faggete secolari, bellissimi prati d’altura dove le risorgive non mancano (radura di Fonte Petrinara) e si avranno meravigliosi scorci panoramici sulla Piana Reatina con i suoi laghi, sui Monti Sabini, sulle vette più alte del gruppo del Terminillo e se la giornata lo permette, si osserverà il Lago di Piediluco, i Monti Martani e la pianura ternana.
Dal punto di vista spirituale, invece, sarà possibile visitare l’Eremo di San Francesco o Sacro Speco (Santuario superiore) e il Convento di San Giacomo (Santuario inferiore). Il Sacro Speco di Poggio Bustone detto anche Grotta delle Rivelazioni è il luogo in cui San Francesco d’Assisi, dopo lunga preghiera e penitenza, ebbe la visione dell’Angelo, nelle vesti di un fanciullo, che parlava a nome del Signore: gli confermò la sua missione apostolica nel mondo, ottenne il perdono di tutti i suoi peccati e gli rivelò che i suoi Frati sarebbero divenuti una schiera numerosa. La grotta dove soggiornava il Santo è stata inglobata in una piccola chiesa con campanile.
Il Convento di San Giacomo (Santuario inferiore), tenuto da una piccola comunità di Frati Minori Cappuccini, conserva il Romitorio che utilizzava il Santo con i suoi frati dopo essere giunto a Poggio Bustone nell’estate del 1208. Ancora oggi si ricorda il saluto con cui Francesco si presentò per la prima volta agli abitanti del paese: ”Buon giorno, buona gente!” Saluto semplice e toccante.
Il percorso quest’anno (2024) ha preso il nome della Via del Grifone ed è stato dedicato alla Guardia di Finanza in occasione della ricorrenza del 250° dalla nascita del Corpo (1774-2024). Non c’era miglior occasione; infatti la vigilanza lungo la linea di confine era attuata da militari della Truppa di Finanza pontificia e dalle Guardie dei Dazi Indiretti per la parte borbonica. Corpi che a seguito dell’unificazione del Regno d’Italia furono assorbiti dal Corpo delle Guardie Doganali, successivamente rinominato in Guardia di Finanza.
Chi non vuole fare tutto il giro perché lo ritiene lungo lo può dividere in due parti utilizzando come ritorno (o andata) il sentiero 420 della Valle Petrinara qui non descritto.
dislivello 1300 m - Traccia GPX
tempo del giro 8.15 ore
Km 17,5
sulla cartina il percorso è riportato in blu
Nota:
le foto qui presentate sono state scattate in vari periodi dell’anno e fanno parte sempre del giro ad anello sotto descritto
Per la cartina pubblicata si ringrazia la Sezione CAI di Rieti per la concessione datami.
Percorso auto:
Arrivati a Poggio Bustone (comune della Provincia di Rieti, molto noto perché ha dato i natali al cantautore Lucio Battisti) si seguono le indicazioni per il Convento di San Giacomo che si trova a monte del paese. Si parcheggia nell’ampio piazzale, quota 818 m
Itinerario:
Nel piazzale ci sono numerose tabelle escursionistiche, bisogna seguire quella con il segnavia 441, 420 e la lettera Tau. A piedi si prende una stradina asfaltata (in direzione nord est) che passa a monte del Convento. Percorsi 200 metri si trascura a sinistra il sentiero segnato (segnavia 421) che porta al Sacro Speco (si percorrerà al ritorno) e si prosegue dritti. Dopo 300 metri la via diviene sterrata ed è vietata al traffico, al bivio successivo (882 m) si ignora la mulattiera a sinistra e si continua dritti. Giunti al primo tornante (938 m, 0.30 ore) si lascia a sinistra il sentiero segnavia 420 e Tau, palo con frecce escursionistiche di metallo (i due sentieri coincidono e risalgono la Valle Petrinara) e si continua lungo la strada bianca (segnavia 441, bandierine bianco rosse). Si sale ancora superando una serie di tornanti, all’ultima curva (1045 m) non conviene seguire a sinistra i segni che portano su uno scomodo dosso coperto da vegetazione spinosa, ma conviene proseguire lungo la carrozzabile fino al termine della salita dove c’è un prato.
Alla fine del prato la sterrata inizia a scendere leggermente, curva di novanta gradi a sinistra e poco dopo di novanta gradi a destra, prima dell’ultima curva, di fronte, direzione sud est si nota un evidente vallone boscoso, si lascia la strada e si entra nel vallone dove si ritrovano le bandierine bianco rosse (1060 m, 0.20 ore). La mulattiera sale a tornanti e sbuca fuori dal bosco a quota 1260 m a nord del Colle la Forca. Si continua a destra (sud) e poco sotto il Colle la Forca (1292 m), direzione est dalla vetta, si trova ritto e spezzato il cippo n. 444 (1285 m, 0.40 ore), ottima vista su Cima D’Arme e Monte Rosato (il cippo, fino a poco tempo fa atterrato, è stato rimesso in piedi da alcuni volontari di Poggio Bustone). Continuando con un saliscendi su radura erbosa verso sud si raggiunge la località Cappafolle dove sul colle soprastante (1290 m) c’è il cippo n. 443 ritto (un tempo inclinato, ora rimesso in piedi dal gruppo di volontari); da questo punto bella visuale anche sul Terminillo. Si piega in direzione ovest (destra) scendendo lungo il crinale per una quarantina di metri di dislivello fino ad imbattersi con il cippo n. 442, atterrato (1250 m)
Tornati presso il termine n. 444 (0.45 ore tra a/r) si prende un sentiero verso nord-est (destra) che sale lungo un costa pratosa e poi costeggia il bosco della località La Doganella. Si transita a mezza costa ad est dei colli di quota 1394, 1399, 1412 m dei Monti Cerasa (cosi scritto sulla cartina) tenendo la faggeta sulla destra e prima che il sentiero entra nel bosco si incontra atterrato il cippo n. 445 (1310 m), è da notare che sulla cartina del CAI il sentiero 441 passa sulla cresta dei Monti Cerasa ma in realtà il sentiero segnato è quello qui descritto. Si continua nella macchia sempre a mezza costa fino ad uscire sotto la cresta sud-ovest della quota 1502 m del Monti Ceresa dove c’è il cippo n. 446 (1345 m) atterrato e quasi coperto da una siepe di piccoli alberi e rovi. Si sale per prato in direzione nord-est raggiungendo la cresta e poco sotto di questa, versante est, si incontra atterrato il cippo n. 447 (1385 m). Da qui ottima vista sulla Piana di Rieti, il lago Lungo, il lago di Ripa Sottile, i Monti Sabini, il lago di Piediluco e Terni.
Si continua a salire fino a raggiungere la vetta di quota 1502 m dei Monti Ceresa dove ritto e spezzato si trova il cippo n. 448, ottima visuale sul paese di Poggio Bustone, sulla Piana Reatina e sul Terminillo (anche questo cippo è stato rimesso in piedi dagli stessi volontari). Continuando ancora in direzione nord-est, sulla cresta quasi in piano, si raggiunge la quota 1517 m dei Monti Ceresa dove ritto si trova il cippo n. 449 (1.15 ore, un tempo atterrato e quasi “invisibile” perché in parte sotterrato e nascosto da una siepe, ora rimesso in piedi dai volontari). Qui la cresta, sempre nella stessa direzione, inizia una discesa di un centinaio di metri irta di difficoltà perché molto ripida, frastagliata e ingombra di vegetazione, conviene non percorrerla. Si torna indietro di una cinquantina di metri e si scende a sinistra (est) seguendo un ripido costone erboso fino ad intercettare un evidente sentiero a quota 1445 m. Si va a sinistra (nord), prima nel bosco e poi lungo una larga valle erbosa, fino al valico di quota 1500 m (0.30 ore).
Lasciando momentaneamente il sentiero si sale a sinistra (ovest) sul colle di quota 1514 m dove atterrato c’è il cippo n. 450, stupenda visuale sulla Cima d'Arme. Tornati sulla sella si sale dall’altra parte (est) verso il colle di quota 1531 m, si costeggia a sinistra la faggeta e poco prima che questa termina si trova atterrato il cippo n. 451 (1510 m). La colonnetta si trovava sulla cima più alta dei Monte Ceresa (1531 m) poi è stata rotolata nel versante occidentale di parecchi metri. Per ricordare questo fatto sul punto di apposizione originale è stata posta una lapide di marmo in sostituzione dello stesso termine. Ritornati nuovamente sulla sella (1500 m, 0.45 ore) si continua a seguire il sentiero segnato in direzione nord, si raggiunge una radura dove nel mezzo c’è ritto (rimesso in piedi sempre dai volontari sopra accennati) il cippo n. 452 (1465 m), ancora avanti si rientra nel bosco e in una zona molto fangosa, all’inizio di un impluvio, si trova atterrato il cippo n. 453 (1480 m)
Sempre nella stessa direzione si raggiunge un altro valico dove ritto si trova il cippo n. 454 (1514 m, 0.30 ore) l’ultimo cippo di questa escursione, qui il sentiero 441 che si sta percorrendo termina e c’è l’incrocio con il segnavia 402 e il Tau del Cammino di Francesco. Si segue a sinistra (ovest) il sentiero 402 e Tau che per questo tratto coincidono (bandierine bianco rosse e segno del Tau in giallo) che percorre un profondo e boscoso vallone, a tratti molto fangoso, e alla fine esce sulla radura dove si trova la Fonte Petrinara (1410 m, 0.20 ore, acqua potabile). Vicino alla fonte c’è un palo con frecce escursionistiche metalliche, a sinistra arriva, dalla Valle Petrinara (sud), il sentiero 420 e Tau, a destra (nord) prosegue il 402 per i Monti Versanello e dritti (ovest) c’è il sentiero che bisogna continuare a seguire, segnavia 420 per Cima d’Arme.
Attraversato il prato, sempre in direzione ovest, si passa accanto ad un bottino e si prende una visibile sterrata che parte alla fine della radura (conviene trascurare il sentiero segnato che, a destra, risale uno scomodo vallone); si giunge cosi ad un incrocio (1480 m) dove si incontra nuovamente il sentiero 420 che si lascia subito perché diretto su Cima d’Arme per seguire la strada a sinistra che aggira la montagna, appena nominata, sulla destra. Senza possibilità d’errore, proseguendo sempre sulla carrozzabile si supera un valico tra il Monte Polino a nord ovest e la Cima d’Arme a sud est (1395 m) dove si incontra il sentiero 421 per lasciarlo subito perché taglia un tornante della strada ma non ci sono segni escursionistici. Si prosegue in discesa lungo la sterrata incontrando nuovamente il sentiero segnato, segnavia 421 (1340 m, sul campo non c’è nulla) e si giunge al bivio di Prato San Giacomo, dove c’è una biforcazione di sentieri, palo con freccia di ferro con riportato i segnavia (1300 m, 1 ora). Con una deviazione di 400 metri seguendo il sentiero 442 (destra), si può andare a curiosare presso il Rifugio Capo Lupo (1326 m).
Ritornati al bivio (1300 m, 0.15 ore a/r) si prende a destra (segnavia 421) e si passa accanto ad un fontanile (Fonte del Prato Santo, acqua potabile) e a un rifugio in muratura in pessime condizioni. Si prosegue lungo la strada per circa 250 m per abbandonarla a quota 1270 m circa (cartelli di legno e bandierine bianco rosse), e seguire a sinistra il sentiero 421 che scende lungo una faggeta, poi attraversa una pineta, supera un crinale roccioso (c’è una croce e una piccola grotta, punto panoramico sulla Valle Petrinara, 1045 m) e giunge ad una biforcazione con un sentiero ciottolato (990 m, 0.35 ore)
Si prende a sinistra per andare a visitare il Sacro Speco, si passa accanto a delle curiose edicole: ci sono le impronte indecifrabili e deformi del diavolo, l’impronta del piede di San Francesco, l’impronta del piede di un angelo apparso in forma umana al Poverello, la Croce da dove San Francesco benedì la Valle Reatina. Si giunge così alla base degli Scogli di San Francesco dove c’è la chiesetta, (quota 1024 m) che conserva la spelonca tra le rupi; qui al Poverello gli furono perdonati, dal Signore, tutti i suoi peccati.
Dopo aver visitato l’Eremo e suonato almeno per cinque rintocchi la campana si ritorna indietro fino al bivio di quota 990 m (0.30 ore a/r). Si continua a scendere per il comodo e veloce sentiero, tra querce secolari e aceri campestri, si passa accanto ad altre tre edicole (l’impronta del ginocchio, l’impronta del cappuccio, l’impronta del breviario) e si giunge all’incrocio con la via asfaltata che presa a destra in pochi minuti ci porta nel piazzale del Santuario (0.20 ore).
mappa
grafico altimetrico
001 - Poggio Bustone
001a - inaugurazione della Via del Grifone, piazzale del Santuario di Poggio Bustone (novembre 2024)
002 - escursione con il CAI del 24 Aprile 2014
003 - …la sterrata inizia a scendere leggermente, curva di novanta gradi a sinistra e poco dopo di novanta
gradi a destra, prima di questa curva, di fronte, direzione Sud-Est si nota un evidente vallone boscoso, si
lascia la strada e si entra nel vallone...
004 - Colle la Forca, cippo n. 444 e i Monti Ceresa
004a - la via del Grifone, il cippo 444 ritto
005 - località Cappafolle, cippo n. 443, in fondo il Terminillo
006 - cippo n. 442 e alcuni amici del CAI di Sora
007 - cippo n. 445 e Cima d’Arme
007a - la Via del Grifone, ricognizione, cippo 445
008 - un passaggio presso il cippo n. 445 di alcuni escursionisti del CAI di Rieti e Roma
009 - cippo n. 446
010 - cippo n. 447 e la cima di quota 1502 m dei Monti Ceresa
011 - un passaggio di alcuni escursionisti presso il cippo n. 447
011a - la Via del Grifone, ricognizione, cippo 447
012 - cippo n. 448 sulla cima di quota 1502 m dei Monti Ceresa, in fondo la Cima d’Arme
012a - la Via del Grifone, ricognizione, cippo 448 ritto
013 - cippo n. 449 nascosto da una siepe, sulla cima di quota 1517 m dei Monti Ceresa
013a - la Via del Grifone, ricognizione, cippo 449 ritto
014 - una gita dedicata alla ricerca dei cippi di confine in una giornata di brutto tempo
015 - cippo n. 450, in fondo la Cima d’Arme
015a - la Via del Grifone, ricognizione, cippo 450
016 - cippo n. 451, in fondo sempre la Cima d’Arme
016a - la Via del Grifone, ricognizione cippo 451
016b - la Via del Grifone, cippo 451
016c - la Via del Grifone, lapide che ricorda il posto originario del cippo 451
016d - la via del Grifone
016e - la Via del Grifone
016f - la Via del Grifone
017 - cippo n. 452, con alcuni amici del CAI di Sora e altri escursionisti incontrati per caso
017a - la Via del Grifone, cippo 452 ritto
018 - cippo n. 453
018a - la Via del Grifone, ricognizione, cippo 453
019 - l’ultimo cippo della giornata, n. 454
019a - la Via del Grifone, cippo 454
020 - Fonte Petrinara
021 - il rifugio (in pessime condizioni) di Prato San Giacomo
022 - la Fonte di Prato San Giacomo o Fonte del Prato Santo, in fondo Cima d’Arme
023 - il sentiero supera un crinale roccioso dove c’è una croce, ottimo punto panoramico
024 - una targa presso un’edicola sacra che conserva una pietra con le impronte indecifrabili e deformi
del Diavolo
025 - una delle edicole sacre
026 - qui è conservata una pietra con l’impronta del piede di San Francesco
027 - un’altra pietra con l’impronta del piede di un Angelo apparso in forma umana al Poverello
028 - la Croce, da questo punto San Francesco benedì la Valle Reatina
029 - la targa che ricorda il luogo da dove San Francesco benedì la Valle Reatina
030 - il Sacro Speco di San Francesco
031 - alcune Sorelle Polacche in visita al Sacro Speco
032 - la campana del Sacro Speco
033 - la chiesa inferiore del Sacro Speco
034 - scritta che ricorda cosa ottenne San Francesco dal Signore nel Sacro Speco
035 - la parte superiore del Sacro Speco
036 - la Valle Reatina vista dal Sacro Speco
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Ultima modifica: 30 Aprile 2018