Le Mie Passeggiate

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Sentieri Montani di Cittàducale

Escursione n. 018: giro del Monte Quarto; per la Valle Stura e Fonte Acera. Deviazione per la Madonna di Monte Quarto

Giro del Monte Quarto

per la Valle Stura (Fosso dei Porcini o Valle Lupara)

Cesa Frittola, Fonte Acera

edicola sacra Madonna di Monte Quarto

tempo del giro: 3.30 ore

ascesa: 450 m

sviluppo: 8,5 Km - Traccia GPX

Premessa:

Il fosso a Nord di Cittaducale, senza nome su IGM, ramo destro della Valle Ottara (in senso orografico) è il proseguimento della Valle Stura e separa (sempre in senso orografico) il Monte Quarto che si trova a destra (Ovest) dal Colle Petescia che si trova a  sinistra (Est).

Per quanto detto possiamo dargli il nome di Fosso di Valle Stura, gli abitanti di Santa Rufina lo conoscono come Fosso dei Porcini, qualcuno di Cittaducale come Valle Lupara (la notte si sentono ululare i lupi). Data la fitta vegetazione è una valle apparentemente impenetrabile; nonostante la vicinanza a Cittaducale è poco conosciuta ed è stata percorsa da pochissime persone. In primavera si incontrano numerose fioriture di Anemone dell’Appennino bianchi e azzurri, Ranuncolo Favagello, Erba Epatica, Veronica comune, Fior del Cuculo, Argentina, Pungitopo, Ortica e tante altre specie.

L’edicola sacra della Madonna di Monte Quarto viene citata per la prima volta da Sebastiano Marchesi nel suo manoscritto del 1592, “il Compendio Storico di Cittaducale, dall’origine al 1592” che poi venne dato alle stampe nel 1875 dalla Tipografia Trinchi di Rieti. Egli racconta (pagina 83) una storia che ha sentito da vecchi religiosi del Convento di Sant'Agostino: una mattina dell’anno 1455, appena dopo l’alba, un frate, guardiano del Monastero, affacciandosi alla finestra della sua cella con vista sul Monte Quarto, dove sta ora una Immagine (Edicola sacra Madonna di Monte Quarto), vide una grande luce di color oro e una visione. A ricordo fu fatta la Cona dell’altare maggiore di Sant’Agostino.

Virgilio De Michele leggendo il libro è rimasto “incuriosito” dall’Immagine e ha provato a cercarla facendosi accompagnare da Felice Giacomelli; l’Edicola era stata abbandonata da tempo remoto e la vegetazione l’aveva completamente ricoperta. Vedendo l’incuria per questo tabernacolo a Virgilio gli venne l’idea di mettere una luce sulla struttura in modo che si vedesse anche di notte. Poi, insieme a Ernesto Passi e Vincenzo Tiberti, decise di ripulire la zona e fare delle scalette di legno in modo da permettere a tutti di arrivare facilmente alla “chiesetta”. Purtroppo sono giunte delle difficoltà e impedimenti dovuti ai proprietari terrieri dove è collocata l’Immagine e ora tutto è fermo. Di notte, comunque, la luce del faretto, grazie a un piccolo pannello solare e a delle batterie, è visibile da tutta Cittaducale.

Descrizione:

Dalla piazza di Cittaducale (481 m) si percorre Corso Giuseppe Mazzini e giunti sul piazzale Largo Fuori Porta Napoli, prima di superare la Torre Angioina, si svolta a sinistra. Si passa accanto alla farmacia e si attraversa la strada, proprio di fronte all’ingresso di un grande palazzo fatiscente (ex mobilificio). Si prende a sinistra un largo sentiero che passa tra l’immobile a destra e le mura medievali a sinistra. Passato un tombino la via si restringe e scende a mezzacosta fino a incrociare la sterrata che passa nella Valle Ottara, qui c’è un quadrivio (444 m, 0.10 ore).

Si continua dritti per un centinaio di metri e si giunge ad una biforcazione (450 m), si imbocca a destra (Nord) la sterrata di fondovalle del Fosso di Valle Stura. Più avanti (460 m) si nota, sulla destra, nascosta da rami secchi e rovi, una piccola sorgente d’acqua con un pozzetto protetto da una rete metallica, l’acqua viene incanalata e utilizzata per irrigare alcuni orti ai piedi del fosso stesso.

Più avanti (465 m, 0.05 ore) la via diviene mulattiera e lascia il fosso salendo ripidamente a svolte sul costone sinistro (senso di marcia). Si prosegue a mezzacosta fino a ritrovare il fondovalle nel punto dove scorre un piccolo ruscello (500 m, 0.15 ore). Si lascia a destra un invitante sentiero e si risale il fosso per una decina di metri stando attenti a non infangarsi; pochi metri prima della risorgiva si prende a sinistra una mulattiera che sale nella faggeta in direzione Nord-Ovest.

La via qui è molto evidente, si allontana di pochi metri dal fosso (che si ha a destra) e termina su un piccolo spiazzo erboso (550 m, 0.10 ore). Si prosegue sempre dritto, si entra in una fitta macchia dove si trova un antico termine di confine e piegando progressivamente a destra si incontra, a sinistra, un fosso secondario che si costeggia in discesa (Est).

Percorsi poche decine di metri si scende nel letto del canale nel punto dove si congiunge alla Valle Stura (535 m, 0.10 ore). Si prosegue a sinistra in direzione Nord e poi Nord-Ovest rimanendo nel letto della Valle. Non ci sono particolari difficoltà, si possono incontrare tronchi d’alberi, foglie secche ammucchiate e roccette che fanno da ostacolo, le condizioni del terreno cambiano ogni volta che c’è brutto tempo (temporali e piogge abbondanti).

Si prosegue rimanendo nel fosso che diventa sempre più stretto; a una biforcazione seguire il ramo di destra (il principale), si passa sotto dei grossi tronchi d’alberi caduti che formano dei ponti (zona molto caratteristica) e, infine, si intercetta una sterrata che collega la località di Cesa Frittola di Santa Rufina con la località Petescia di Cittaducale, si esce in corrispondenza di un tornante (600 m, 0.25 ore).

Si va a sinistra, Nord, la sterrata è in pessime condizioni, in salita si arriva ad un quadrivio (653 m, 0.10 ore) dove si prende a sinistra (Ovest) passando per la località Cesa Frittola. Si giunge ad una seconda biforcazione (a tre vie, 675 m. 0.10 ore), si prende la strada di sinistra (Sud) che sale in un bosco di querce e castagno e raggiunge la pineta di Monte Quarto.

Si lascia a sinistra la carrozzabile che sale sulla vetta boscosa della montagna e si segue una traccia sulla destra percorsa anche dai biker. Dopo un valico (695 m) si scende piegando a destra (Ovest), si attraversa un elettrodotto e si giunge al bivio che a destra porta alla Fonte Acera e a sinistra a Cittaducale (650 m, 0.30 ore).

Con una deviazione di pochi minuti a destra si può andare a “curiosare” presso la Fonte Acera ( 655 m), in questi ultimi anni è secca. Ritornati al bivio si prende a destra (Sud-Est), si scende a mezza costa nel bosco della località Scarchioni, si superano alcuni antichi termini di confine e si passa accanto ad un antico casale invaso dalla vegetazione.

Appena superato il rudere la mulattiera diventa sterrata, piega ad Est (lasciando a sinistra un vecchio traliccio arrugginito dell’ENEL non più utilizzato) e scende a mezza costa nella boscaglia. Giunti a quota 470 metri (poco prima di incontrare sulla sinistra un sentiero segnato da bolle di vernice rossa che viene percorso per controllare la linea dell’alta tensione dell’ENEL) si può fare una deviazione, sempre a sinistra, per andare a vedere l’antica edicola sacra della Madonna di Monte Quartu (520 m, 0.30 ore a/r).

Il sentiero è evidente ma bisogna districarsi tra la vegetazione (piccoli alberi, rovi, piante basse ed erba alta). Poco prima di raggiungere la costruzione (in cemento e danneggiata) c’è una bella e caratteristica scala di legno per facilitare la progressione costruita da volontari civitesi in questi ultimi anni.

La struttura attualmente (anno 2024) è fatiscente, sopra al tetto è stato messo un faro che si accende di notte grazie a delle batterie alimentate da un piccolo pannello solare ed è visibile da tutto il paese di Cittaducale. Tornati a quota 470 metri velocemente si scende a sinistra e si arriva all’incrocio con la sterrata di fondovalle del Fosso di Valle Stura percorsa all’andata (450 m, 0.25 ore senza deviazione). Si risale a Cittaducale seguendo la stessa via fatta all’andata (480 m, 0.15 ore).

cartina OpenStreetMap

000 OpenStreetMap

cartina 1-1

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001 - le mura medievali di Cittaducale

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002 - la Torre Angioina di Cittaducale

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003 - il Fosso di Valle Stura, Cittaducale

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004 - piccola sorgente con pozzetto protetta da una rete metallica, serve alcuni orti di fondovalle

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005 - il sentiero che si inoltra nella fitta valle

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006 - quota 500 m, qui c'è una risorgiva con poca acqua

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007 - quota 500 m del Fosso di Valle Stura con l'invitante sentiero a destra....

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008 - ....il sentiero da prendere per continuare la risalita è quello di sinistra (senso di marcia)

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009 - fosso di Valle Stura, lingua di pineta da attraversare

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010 - la zona caratteristica e molto selvaggia del Fosso di Valle Stura...

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011 - ...con alberi che formano dei ponti sullo stretto fosso

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012 - il fosso si divide in due rami, seguire quello di destra

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013 - ancora passaggi sotto gli alberi che fanno da ponte

013

014 - il punto dove si abbandona il fosso e si risale ripidamente per sette metri la scarpata.

Se la vegetazione lo consente si può evitare questa ripida salita proseguendo ancora nel

fondo, per una cinquantina di metri, fino a uscire facilmente presso un ponticello....

014

015 - ...giungendo sulla sterrata Santa Rufina-Petèscia di Cittaducale

015

 

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Ultima modifica: 30 Aprile 2018

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