Sentieri Montani di Cittàducale
Escursione n. 022: Cittaducale, Prato Micciolo (località Alberobello); per il fosso dell'Origine e le valli della località Rognale
Cittaducale, Prato Micciolo (località Alberobello)
passando per il fosso dell’Origine e le valli della località Rognale
Nota:
L'itinerario qui descritto ripercorre antichi sentieri presenti su cartina IGM o nuove vie aperte dal passaggio di bikers e animali al pascolo: fino alla mia ultima ricognizione (estate 2020) risultava pulito e ben mantenuto.
Sentiero n. 022 (ex n. 09)
tempo complessivo 6 ore circa - ascesa 670 m - Km 13 - Traccia GPX
sentiero non segnato
fare riferimento alle cartine sotto riportate
Premessa:
Bella escursione che permette di raggiungere una località assai panoramica della montagna a Nord-Est del paese.
Nell'anno 2007 sulla cima (q. 1277 m) è stato posto un altissimo palo controventato in parecchi punti sul quale sono stati collocati strumenti per misure meteorologiche, alimentati da un piccolo pannello solare. Nelle belle giornate, quando il sole è posizionato a Sud-Ovest, il palo, riflettendo la sua luce, diventa visibilissimo da tutto il centro abitato e da altre zone.
Nota1: ad una ricognizione fatta a Novembre 2010 il palo l'ho trovato atterrato. Questo si reggeva con una serie di 4 tiranti posti a 90 gradi l'uno dall'altro, ed è bastato tagliare i cavi da un solo lato e il vento ha fatto il resto, l'asta (molto pesante) è cascata esattamente dalla parte opposta al tirante tagliato.
Pochi metri a Sud-Ovest della cima è presente un altro palo alto non più di 4 metri che un tempo fungeva da portabandiera del rifugio forestale, caratteristico e molto accogliente, esistito fino all’anno 1975 quando venne dato alle fiamme e fu completamente distrutto, ora è rimasto solo la piazzola dove era posto e un mucchio di pietre. All'ultima ricognizione, Febbraio 2020 anche questo palo non c'è più.
Dalla cima ottimo panorama sulle tre vette del Terminillo, sul Monte Elefante, Monte Navegna, Monte Pellecchia, Monte Gennaro, Rieti, Cittaducale e, in fondo, il riflesso del sole sul Mar Mediterraneo.
L’itinerario permette di attraversare tutti i valloni della località Rognale, si è immersi nella zona più selvaggia e meno frequentata della montagna.
Descrizione:
Parcheggiata l’auto pochi metri dopo il curvone di quota 607 m, vicino "la Cava", a piedi si torna indietro, direzione Cittaducale, tralasciando a sinistra la sterrata che percorre la Valle Ottara.
Si supera, su un ponticello, il fosso della stessa Valle e, subito dopo, su un altro ponticello, il fosso dell’Origine. Appena dopo il secondo piccolo cavalcavia si scende a sinistra nell'impluvio e si inizia a percorrerlo, direzione Est.
Si sale senza nessun problema per 400 metri e, dove le pareti si restringono, quota 650 m, si incontra la prima e unica difficoltà, una paretina di circa 3 m, passi di III, priva di appigli; se si è da soli è meglio rinunciare al rischio della corta arrampicata e conviene tornare indietro, in due, aiutandosi, si riesce a superare l’ostacolo.
Si ritorna indietro di 50 m fino a trovare un punto dove è possibile salire sulla scarpata di destra, senso orografico e aggirare l’ostacolo. Si continua a salire seguendo il fosso su tracce di sentiero cercando di mantenersi sempre sul ciglio della scarpata in modo da poter scendere appena possibile nuovamente nel fondo. Percorsi poco più di 350 m, si giunge in un luogo, quota 720 m, dove si può rientrare nell'alveo avendo superato il punto più critico (dalla partenza: 1,10 ore).
Dopo aver percorso 1,5 Km dall’auto si incontra una mulattiera, quota 741 m, che attraversa il fosso e che, presa a destra, in 10 minuti, porta sulla sterrata che collega Cesa Lunga con l’Arco di San Lorenzo; a sinistra, invece, sale verso la soprastante pineta dove si trovano i ruderi del Casale Micone ma più in alto si perde.
Si continua a salire restando sempre nel fondo del vallone, in questo tratto abbastanza comodo, fino a giungere a quota 822 m dove da sinistra si immette un fosso secondario più ripido di quello che stiamo percorrendo e che porta alla sorgente e al bottino della località Cerasa. Tralasciato il fosso secondario, si continua a salire nel letto principale fino a passare sotto l’Arco di San Lorenzo, quota 870 m, poco sopra c’è un altro bottino.
Si esce su un ampia piazzola, punto di congiunzione di tre sterrate, quella principale che scende verso Cittaducale, una che sale ripidamente verso Nord-Ovest e porta alla località Cerasa e l’altra che sale in direzione Est verso Fonte San Lorenzo, quota 875 m (dalla Cava: 1,45 ore - ascesa 275 m - Km 2).
Si sale in direzione Nord-Ovest su una ripida sterrata che ruota in senso orario e giunge presso la sorgente e il bottino della località Cerasa dove termina, quota 910 m. Questo punto si può raggiungere seguendo il fosso secondario (sopra detto) che parte a quota 822 m, evitando di passare sotto l’Arco di San Lorenzo, tratto segnato in arancione sulla cartina, il tempo di salita non cambia, poco meno di 2 ore dall’auto.
Si continua in direzione Nord-Est sul lato destro (senso di marcia) del fosso delimitato a Nord dal Colle Riofragio e a Sud dal Colle Rognale, in alcuni tratti conviene proseguire sul fondo, più comodo, fino a giungere a quota 990 m dove sembra terminare. Qui il vallone prende la direzione Est, si fa poco marcato, sembra quasi in piano e la vegetazione è fitta ed impenetrabile.
Si prosegue spostandosi sul bordo sinistro del fosso (senso di marcia) districandosi tra cespugli spinosi di ogni genere. Arrivati a quota 1050 m, dopo un tratto di 300 m circa, si è superato il tratto più difficile, il fosso riprende la direzione Nord-Est, si restringe nuovamente, ridiventa ripido ma libero da vegetazione e con il fondo privo di ostacoli (dalla partenza: 2,40 ore - Km 3).
Si sale comodamente, mantenendosi sempre nel fondo fino a sbucare sulla sterrata Cittaducale-Tre Faggi (Terminillo) proprio accanto a un vecchio tronco d’albero squadrato e conficcato sul bordo della strada e che porta verniciato da un lato il numero 10 che indica il decimo Km da Cittaducale, quota 1170 m (dalla partenza 3 ore).
Seguendo la sterrata in salita (si ha una stupenda veduta sul Gruppo del Monte Nuria dove spicca a sinistra la piramide del Torrecane, sul Monte Giano, Gran Sasso, Monte Calvo, Borgovelino e Antrodoco), si arriva in 30 minuti sul cimale di quota 1277 m, località Alberobello (dalla "Cava" 3,30 ore - ascesa 670 m - Km 5,5), sentiero segnato in rosso sulla cartina.
Dal Cimale, ottimo panorama su Rieti e la sua piana, sul Casale D’Antoni, su Cittaducale, sulle tre cime del Terminillo e sul Monte Elefante.
Al ritorno, si percorre la sterrata di salita, si supera il Km 10 (segnato come già detto su un tronco d’albero squadrato) e si attraversa la Valle Rimalle. Qui c’è la possibilità di abbandonare la sterrata e di seguire in discesa il vallone in direzione Sud-Ovest già descritto in salita nell’itinerario N. 7 che percorre il versante Sud della località Rognale e che, infine, porta alla Fonte San Lorenzo, sentiero segnato in marrone (vedi cartina 2-4).
Continuando lungo la sterrata si supera, tenendolo a sinistra, lo stazzo ancora in uso in estate. Dopo un tornante, giunti sulla curva successiva si lascia a sinistra una strada secondaria che porta al Peschio del Principe, percorsi ancora 100 metri si arriva in un punto dove a sinistra c’è un vallone percorso da un sentiero segnato (cartello escursionistico che indica la direzione per Castel Sant’Angelo) e a destra si scende alla fonte del Cignale, quota 1066 m, già visibile dalla strada.
Chi non vuole proseguire lungo la strada, dietro la fonte, direzione Ovest, parte un altro canale che più in basso ruota in direzione Sud e, superato un corto tratto di fastidiosa vegetazione, si ricongiunge al vallone che percorre il versante Sud della località Rognale, già nominato sopra, sentiero segnato in celeste sulla cartina 2-4.
Proseguendo sulla sterrata, dopo meno di 1 Km, si arriva al laghetto nei pressi del Casale Lucarelli e del Casale Dentrocani, qui c’è un rifugio ormai ridotto a porcile, una fontana e un fontanile. Si abbandona la sterrata costeggiando il laghetto fino ad arrivare dalla parte opposta dove in direzione Nord-Ovest parte un altro vallone.
Questo, abbastanza ampio, attualmente è percorso da una sterrata utilizzata dai tagliaboschi, dopo 400 metri si unisce a destra alla valle che scende dalla Fonte del Cignale, dopo altri 250 metri, ancora a destra, si unisce alla valle che più in alto diventa Valle Rimalle (vedi descrizione itinerario N. 7). In questo punto, prima che il fosso si restringe e si fa più marcato, bisogna abbandonare il sentiero "invitante" che continua sul lato destro dell'impluvio e seguire un sentiero che corre a sinistra del solco.
Arrivati alla Fonte di San Lorenzo (attualmente senz'acqua e in cattivissimo stato, Ottobre 2013) si scende rapidamente su sterrata fino alla piazzola sopra citata nei pressi dell’Arco di San Lorenzo (q. 870 m). Si imbocca lo stradino in direzione Ovest e si scende verso Prata Coste.
Dopo 2 Km, al bivio (tombino quasi al centro) si va a destra e si arriva sul prato dove a sinistra c’è la Fonte di Prata Coste (q. 715 m), ancora dritti per un centinaio di metri fino a una curva a sinistra; quì, a destra, parte una mulattiera che a mezza costa riporta nei pressi del curvone di quota 607 m (Km 7,5 da Prato Micciolo - 2 ore).
cartina 1-4
cartina 2-4
cartina 3-4 Google Earth
cartina 4-4 Google Earth, particolare
001b - la Valle dell’Origine (o Fosso dell'Origine) vista dal curvone di quota 607 m della sterrata che da Cittaducale sale alla località Petèscia
002 - il ponticello che attraversa il Fosso dell’Origine, da qui si risale la Valle mantenendosi quasi sempre nel fondo (salendo da Cittaducale
è il primo ponte)
003 - il ponticello visto dall’alveo del Fosso dell’Origine
004 - risaliamo il Fosso il giorno dopo un’abbondante nevicata
005 - ci si mantiene sempre nel fondo superando dei piccoli ostacoli
006 - si procede senza nessuna difficoltà per un buon tratto
007 - il fosso si mantiene sempre abbastanza pulito
008 - in alcuni tratti le pareti diventano verticali, conviene indossare il casco da alpinista
009 - quando si salgono o si scendono valloni mantenendosi nel loro letto c’è sempre il rischio che qualche pietra si stacchi diventando
un proiettile, prudentemente conviene indossare il casco.
010 - altrimenti, senza casco, quando le pareti sono verticali, conviene uscire in tempo dal fosso e superare l’ostacolo percorrendolo
in alto a mezza costa
011 - superato il punto più critico non ci sono più serie difficoltà
012 - risalendo la Valle dell’Origine alla fine si passa sotto l’Arco di San Lorenzo (quota 870 m)
013 - località Cerasa, catasta di legna in attesa per il trasporto a valle
014 - il bottino della località Cerasa (q. 910 m), dietro la presa d’acqua c’è il vallone da seguire
015 - quota 990 m, qui il vallone prende la direzione Est, si fa poco marcato, sembra quasi in piano e la vegetazione è fitta ed impenetrabile….
016 - dopo un tratto di 300 m circa si è superato il tratto più difficile, il fosso si restringe nuovamente, ridiventa ripido, libero da vegetazione
e con il fondo privo di ostacoli
017 - ….infine si sbuca sulla sterrata Cittaducale-Tre Faggi (Terminillo) proprio accanto a un vecchio tronco d’albero squadrato
e conficcato sul bordo della strada e che porta verniciato da un lato il numero 10 che indica il decimo Km da Cittaducale (q. 1170 m)
018 - …seguendo la sterrata in salita si ha uno stupendo spettacolo su tutto il Gruppo del Monte Nuria dove spicca isolato la piramide
del Torrecane (a sinistra)
019 - il Monte Giano, il Gran Sasso, il Monte Calvo, Borgovelino e Antrodoco visti dalla sterrata 1 Km prima di Prato Micciolo
020 - particolare della pineta di Monte Giano, a destra si nota il Massiccio del Gran Sasso
021 - Cimale di quota 1277 m, località Alberobello (Prato Micciolo), palo con strumenti per misure meteorologiche
022 - località Alberobello, il palo più basso era l’asta porta bandiera del rifugio forestale esistito fino all’anno 1975 quando venne dato
alle fiamme, vedi la premessa
023 - il piccolo pannello solare che alimenta gli strumenti per le misure meteorologiche poste sul palo
024 - particolare dei cavi controventi che reggono dritto l’altissimo palo
025 - Casale D’Antoni visto dal Prato Micciolo
026 - Monte Elefante visto dal Prato Micciolo, località Alberobello
027 - al ritorno si passa dietro al laghetto nei pressi del Casale Lucarelli
Nota: a una ricognizione fatta nel mese di Novembre 2010 il palo l'ho trovato atterrato.
Questo si reggeva, come già spiegato, con una serie di 4 tiranti posti a 90 gradi l'uno dall'altro,
è bastato tagliare i cavi da un solo lato e il resto l'ha fatto il vento..... l'asta (molto pesante) è caduta
esattamente dalla parte opposta.
il palo si reggeva solo grazie ai tiranti
sicuramente l'antenna non funzionava più da parecchio tempo, nel pannello di controllo si notano dei
componenti bruciati, un fulmine l'ha reso inutilizzabile
i tiranti tagliati per far cadere il palo
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Ultima modifica: 30 Aprile 2018