Alla ricerca dei Cippi di Confine tra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie sui Monti Reatini
A Novembre del 2024 è stato inaugurato a Poggio Bustone un sentiero escursionistico (La Via del Grifone) dedicato alla Guardia di Finanza in occasione della ricorrenza del 250° dalla nascita del Corpo (1774-2024). Non c’era miglior occasione; infatti la vigilanza lungo la linea di confine era attuata da militari della Truppa di Finanza pontificia e dalle Guardie dei Dazi Indiretti per la parte borbonica. Corpi che a seguito dell’unificazione del Regno d’Italia furono assorbiti dal Corpo delle Guardie Doganali, successivamente rinominato in Guardia di Finanza.
Il link per andare a vederlo è il seguente: La Via del Grifone, cippi Borbonico-Papalini dal numero 442 al numero 454
Qui di seguito troverete alcune indicazioni per effettuare delle escursioni alla ricerca dei Cippi di Confine sui Monti Reatini.
(Fare riferimento alla cartina "GRUPPO MONTI REATINI" del CAI di Rieti)
NOTA:
L’ultima edizione della cartina “ Gruppo Monti Reatini “ del CAI di Rieti porta una nuova numerazione dei sentieri, pertanto il sentiero n. 2 equivale al 402, il 2C al 415, il 2D al 416, il 2E al 417, il 2G al 419 e infine il 2H al 420.
ESCURSIONE n. 1: dal Cippo n. 442 al Cippo 449
dislivello 800 m
base di partenza il Convento dei Frati Minori di Poggio Bustone
massima quota 1517 m dei Monti Ceresa
tempo di salita 3 ore
tempo di discesa 2 ore
itinerario non segnato
Si lascia l’auto nel parcheggio del Convento di San Giacomo di Poggio Bustone, quota 820 m.
Dal parcheggio, in direzione Nord-Est, parte una strada, asfaltata di recente, che dopo cinquecento metri diviene sterrata, chi vuole può proseguire in auto parcheggiando alla fine dell’asfalto, guadagnando, comunque, pochissimo tempo, 10 minuti.
Si continua a piedi sullo sterrato lasciando a sinistra, al primo tornante, l’imbocco della Valle Petrinara, si sale ancora superando una serie di curve e si continua a salire fin quando la strada diviene, per un tratto, quasi pianeggiante e costeggia sulla sinistra un prato, Est del Cimale Pietrolone.
Alla fine del prato la sterrata inizia a scendere leggermente, curva di novanta gradi a sinistra e poco dopo di novanta gradi a destra, prima di questa curva, di fronte, direzione Sud-Est si nota un evidente vallone boscoso, si lascia la strada e si entra nel vallone trovando subito una mulattiera che sale a zigzag e sbuca fuori dal bosco a quota 1260 m a Nord del Cimale la Forca.
Si continua verso Sud e poco sotto il Cimale la Forca (quota 1291 m) direzione Est dalla vetta, si trova atterrato e spezzato il Cippo n. 444 (ottima vista su Cima D’Arme e Monte Rosato).
Continuando a sali e scendi verso Sud si raggiunge la località Cappafolle dove sul cimale soprastante, 1290 m, c’è il Cippo n. 443 atterrato (da questo punto bella visuale sul Terminillo).
Si continua scendendo lungo l’ampia cresta in direzione 200° Nord (Sud-Est) per circa 10 minuti fino a imbattersi nel bel Cippo n. 442 anch’esso atterrato (Quota 1250 m, distanza 350 m dal Cippo 443).
Dalla Colonnetta buona visuale, se le condizioni meteorologiche lo consentono, sulla Piana e i Laghi di Rieti, i Monti Sabini, il Lago di Piediluco e Terni.
Tornato presso il Termine n. 444 si prende un sentiero verso Nord-Est che costeggia il bosco della località La Doganella.
Si transita a mezza costa sotto i cimali di quota 1394, 1399, 1412 m dei Monti Ceresa (versante Est), tenendo il bosco sulla destra, e prima che il sentiero entra nella faggeta si incontra atterrato il Cippo n. 445.
Si continua nella macchia sempre a mezza costa fino a uscire sotto la cresta Sud-Ovest della quota 1502 m del Monti Ceresa dove c’è il Cippo n. 446 atterrato e quasi coperto da una siepe di piccoli alberi e rovi (in pratica la Colonnetta si trova a monte dal sentiero, che in quel punto attraversa il fosso, a una distanza di circa tre metri).
Si sale in direzione Nord-Est raggiungendo la cresta e poco sotto di questa, versante Est si incontra atterrato il Cippo n. 447 (ottima vista sulla Piana di Rieti, il lago Lungo, il lago di Ripa Sottile, i Monti Sabini, il lago di Piediluco e Terni).
Si continua a salire fino a raggiungere la vetta di quota 1502 m dei Monti Ceresa dove inclinato e spezzato si trova il Cippo n. 448 (ottima visuale sul paese di Poggio Bustone).
Cippo n. 448, in fondo vista di Monte Rosato e Cima D' Arme
Ancora in direzione Nord-Est, sulla cresta quasi in piano, si raggiunge la quota 1517 m dei Monti Ceresa dove atterrato e nascosto da una siepe si trova il Cippo n. 449.
Proseguendo sulla cresta, sempre nella stessa direzione, inizia una discesa impervia di un centinaio di metri (frastagliata, ingombra di vegetazione e molto difficoltosa); questa è stata da me battuta alla ricerca del Cippo successivo, il n. 450, ma consiglio di terminare la gita presso la Colonnetta n. 449 (vedi nota sotto riportata) e tornare indietro percorrendo la stessa strada dell’andata.
Tempo impiegato fin qui 2,45 ore, il ritorno si fa per la stessa via e si impiega 1,45 ore.
Nota:
alla ricerca del Cippo n. 449 ho dedicato due escursioni.
descrizione particolareggiata
Conoscendo la posizione originaria del Termine n. 448 e quella del Termine n. 450, già trovati da me, per logica il Cippo n. 449 si doveva trovare sulla quota di 1517 m dei Monti Ceresa.
Vetta centrale dei Monti Ceresa, quota 1517 m, Cippo n. 449
La prima ricerca è stata negativa perchè, dopo aver trovato tutti gli altri, non sapendo comunque la locazione esatta, (originaria), del Termine n. 449, arrivato sulla quota 1517 m, disseminata da grosse pietre e massi, non l’ho visto.
Ho iniziato a cercarlo battendo la montagna a zigzag da tutti i versanti, con notevole difficoltà, pensando che il Cippo, per qualche motivo, fosse rotolato giù dal pendio in una direzione da me sconosciuta, alla fine ho dovuto abbandonare la ricerca dato che stava sopraggiungendo la notte.
Un paio di mesi dopo sono ritornato sul posto battendo nuovamente la montagna questa volta iniziando dalla base della stessa e controllando tutti i versanti, sono salito sulla vetta più volte e sceso di un centinaio di metri di quota altrettante volte sempre con esito negativo.
Il tempo, come sempre, passava inesorabile e mi restava solo quello necessario per il ritorno all’auto prima che facesse notte, faccio un ultimo tentativo prima di abbandonare definitivamente la ricerca e considerare la Colonnina assente, (introvabile, persa).
Risalgo il pendio e ritorno sulla vetta ancora con esito negativo e allora, prima di riprendere la via del ritorno, decido di fermarmi cinque minuti, fare uno spuntino e ammirare il massiccio del Terminillo che nel frattempo si stava colorando di rosa.
Mentre mi tolgo lo zaino e lo appoggio per terra, il mio sguardo si posa a due metri di distanza sotto una siepe (gia vista e ispezionata più volte) dove, mimetizzato tra sassi e detriti di roccia, scorgo finalmente la sagoma atterrata e semisepolta della Colonnetta; l’entusiasmo mi sale alle stelle e come d'incanto la stanchezza svanisce di colpo.
A questo punto non mi rimane altro che affrettarmi a prendere i rilievi di consuetudine (topografici e fotografici) e nel crepuscolo intraprendere felice la via di ritorno verso l’auto.
ESCURSIONE n. 2: dal Cippo n. 450 al Cippo n. 457
dislivello 900 m
base di partenza il Convento dei Frati Minori di Poggio Bustone
massima quota 1648 m dei Monti Versanello
tempo di percorrenza del giro 7 ore
itinerario segnato in salita (senza numero), segnato in discesa CAI Rieti n. 2H (420)
Si lascia l’auto nel parcheggio presso il Convento di San Giacomo di Poggio Bustone, quota 820 m.
Dal piazzale a piedi si imbocca lo stradino asfaltato, in direzione Nord-Est, tralasciare tutti i sentieri che partono sulla sinistra (all'inizio gradinati) e che conducono all'Eremo di San Francesco.
Percorso 1 Km (seguire le indicazioni del Percorso di San Francesco) su strada sterrata (l'asfalto finisce dopo qualche centinaio di metri) si giunge presso un bivio (cartello con frecce di legno che indicano il Percorso di San Francesco e Cima D'Arme).
Si inizia a salire lungo la carrareccia di sinistra, in direzione Nord-Ovest, su sentiero segnato, tagliando a mezza costa il costone della montagna, finita la strada si continua su una comoda traccia che compie due tornanti e conduce all'ingresso dell'Eremo di San Francesco, quota 1075 m.
Visitato il Santuario Rupestre (30 minuti) si continua in discesa sempre nella stessa direzione attraversando tutta la costruzione che si trova sotto a degli impressionanti salti di roccia.
Passate alcune cappelle (in una c'è l'impronta della mano di un angelo apparso a San Francesco, in un'altra l'impronta del piede del Santo e in un'altra ancora l'impronta del diavolo tentatore) si giunge a un bivio (a sinistra si ritorna al convento).
Si va a destra e si continua a salire sul sentiero molto ben segnato, si supera un punto roccioso dove c'è una piccola grotta rifugio e una croce (da dove ci si affaccia su Poggio Bustone e la Valle Petrinara ), si sale lungo una pineta e poi nel bosco di faggio fino a immettersi a quota 1267 m sulla sterrata proveniente dalla base di lancio dei parapendii e deltaplani, si va a destra e in pochi minuti si giunge alla fonte e al rifugio (semidistrutto) del Prato di San Giacomo 1300 m.
(Fin qui 1,30 ore - escluso visita all'Eremo - ascesa 550 m - Km percorsi 3,2).
Si continua sulla sterrata, ad un bivio (che si incontra dopo poche decine di metri presso una curva) tenersi a destra, si sale a svolte fino a raggiungere la sella tra Monte Polino e Cima D’Arme 1395 m, 15 minuti dal Prato.
(Fin qui, se si vogliono risparmiare 1,45 ore di marcia, ci si può arrivare in auto dal paese di Poggio Bustone. La strada, molto stretta e non protetta a valle, che taglia il costone di Monte Rosato, si nota già dalla Piana di Rieti, è
asfaltata per qualche chilometro, fino al piazzale da dove si effettuano i lanci con i deltaplani e parapendii, poi diventa sterrata con un fondo abbastanza buono).
Dalla sella la strada prosegue in leggera discesa, a mezza costa, nel versante Nord di Cima D’ Arme, poi inizia a salire, supera con una serpentina un bottino e arriva a una seconda sella dove c’è un piccolo slargo e una biforcazione, si prende la sterrata di destra che scende per qualche decina di metri e finisce in un prato dove c’è un altro bottino e più avanti la Fonte Petrinara1419 m, 30 minuti dalla prima sella.
Ora si sale in direzione Nord-Est il vallone di fronte alla Fonte raggiungendo in pochi minuti un’ altra sella dove ritto c’è il Cippo n. 454, punto di transito del sentiero CAI Rieti n. 2 (402).
Cippo n° 454, Forcella di Versanello, quota 1515 m, gruppo CAI Sora
Lasciando a sinistra il sentiero CAI se ne segue un altro a mezza costa, in leggera discesa, direzione Sud, giungendo presso il Cippo n. 453 atterrato, ancora direzione Sud si transita su un prato dove nel mezzo atterrato c’è il Cippo n. 452.
Continuando nella stessa direzione si sale sulla quota 1531 m dei Monti Ceresa dove poco più in basso della vetta, direzione Ovest dalla stessa, si trova atterrato il Cippo n. 451.
Ancora sulla cresta dei Monti Ceresa, direzione Sud-Ovest e a quota 1513 m si trova il Cippo n. 450.
Tornati indietro presso il Cippo n. 454 si sale in direzione Nord sulla quota 1648 m dei Monti Versanello dove atterrato si trova il Cippo n. 455 (bel panorama sul Monte Macchialaveta, il Passo del Lupo e il Cimale Leporino).
Seguendo la cresta, direzione Nord-Ovest si entra nel bosco e nel punto dove la pendenza aumenta, atterrato e nascosto in mezzo a due grossi alberi si trova il Cippo n. 456, 1600 m di quota.
Si continua a scendere nel bosco sempre in direzione Nord-Ovest e si giunge su un prato, punto di crocevia dei sentieri CAI Rieti n. 2 (402), 2E (417), 2H (420) dove si trova il Cippo n. 457, un tempo atterrato ora nuovamente ritto.
Tempo della ricerca delle Colonnette 3 ore, prendendo il sentiero CAI n. 2H (420) si ritorna alla Fonte Petrinara e da qui sempre sullo stesso sentiero al Convento di San Giacomo, 1,30 ore.
Chi è salito in auto fino alla sella tra Monte Polino e Cima D’Arme, dalla Fonte Petrinara deve prendere la strada percorsa all’ andata impiegando 25 minutifino al punto di partenza.
ESCURSIONE n. 3: dal Cippo n. 457 al Cippo n. 469
dislivello 500 m
base di partenza Sella tra Monte Polino e Cima d’Arme 1395 m
massima quota 1659 m Monte Castiglione
tempo di percorrenza del giro 4,30 ore
itinerario parzialmente segnato CAI Rieti n. 2 (402)
In auto da Poggio Bustone, come già detto nell’itinerario n. 2, si arriva sulla sella tra Monte Polino e Cima D’Arme 1395 m.
Si prosegue a piedi sulla sterrata che taglia a mezza costa il versante Nord di Cima D’Arme, si superano due piccoli tornanti, un bottino, e si sale su un piccolo piazzale dove c’è una biforcazione.
Si continua a sinistra, sulla sterrata principale, fino a giungere nel prato dove la carrareccia termina e dove c’è ritto il Cippo n. 457, punto di crocevia dei sentieri CAI Rieti n. 2 (402), 2E (417), 2H (420).
Dalla Colonnetta si sale nel bosco in direzione Ovest fino a giungere sulla quota erbosa di 1628 m dei Monti Versanello, da qui si punta a Nord sulla successiva vetta di quota 1638 m, a Est di questa elevazione, a una cinquantina di metri dalla cima, si trova atterrato il Cippo n. 458.
Si prosegue in direzione Nord-Est in discesa fino a giungere su una sella boscosa dove transita il sentiero CAI Rieti n. 2 (402) e si trova ritto (fino a poco tempo fa era atterrato), il Cippo n. 459.
Si percorrono pochi metri per salire su una cimotta sempre nella stessa direzione a quota 1586 m dove si trova inclinato il Cippo n. 460.
Ora si scende leggermente seguendo la cresta boscosa in direzione Ovest fino a un prato dove ci si ricongiunge col sentiero n. 2 (402) e dove si trova ritto il Cippo n. 461 più grande degli altri (per terra c’è un altro Cippo non completato forse perché rotto durante la lavorazione).
A una ricognizione effettuata a primavera 2009 il cippo n. 461, purtroppo, l’ho trovato atterrato.
Guardando la cartina del CAI Rieti - Gruppo Monti Reatini – si nota che dalla Colonnetta n. 461 il sentiero n. 2 (402), per raggiungere il Passo la Fara, aggira il Monte Castiglione dal versante Sud e poi Ovest del monte stesso (in pratica, in senso orario), invece, in realtà, il sentiero piega a destra e lo aggira dal versante Est e poi Nord (senso antiorario) giungendo sempre al Passo la Fara, quindi c’è un errore sulla cartina.
Ritornando alla ricerca dei Cippi,dal n. 461 si inizia a salire ripidamente verso Nord tra sassi e alberi fino a giungere sulla cresta di Monte Castiglioni dove si incontra a quota 1635 m il Cippo n. 462 atterrato, da qui verso Ovest si sale in vetta 1659 m dove, ritto, si trova il Cippo n. 463.
Cippo n° 463 sul Monte Castiglioni, vista di Monte di Cambio,
Monte i Porcini, Monte Terminillo, Cimale Leprino, Passo del Lupo,
Monte Macchialaveta, Cimale la Tavola
Ottima vista sulla Piana di Rieti, i Monti Sabini, Piediluco con il Lago, Terni, i Monti Sibillini, la Laga e il Gruppo del Terminillo.
Da Monte Castiglioni scendendo ripidamente verso Nord-Ovest si arriva al Passo la Fara1525 m dove c’è il Cippo n. 464 ora rimesso in piedi.
Il Passo è il punto di crocevia dei sentieri CAI Rieti n. 2 (402), 2D (416), 2G (419); salendo dal Passo in direzione Nord si arriva sulla quota 1599 m dove si trova ritto (fino a poco tempo fa era atterrato), il Cippo n. 465 (pochi metri prima, atterrato, c’era un Termine in pessime condizioni, all’ultima mia ricognizione non l’ho più trovato).
Piegando sulla cresta che prosegue quasi in piano e boscosa, in direzione Est, si arriva al Cippo n. 466 ritto con accanto atterrata una Colonnetta erosa dal tempo.
Ancora direzione Nord si scende leggermente su un prato che forma una sella e appena si inizia a risalire al di là, pochi metri nel bosco, atterrato si trova il Cippo n. 467.
I Cippi n. 468 e 469 risultano introvabili, ho battuto la zona in lungo e in largo, a zigzag, il bosco palmo palmo sia del versante dove si trova il Fontanile Porcareccia che il versante Sud-Ovest dalla Colonnetta n. 470 dedicando a questa ricerca numerose escursioni ma l’esito è stato sempre negativo.
Forse i Termini mancanti sono quelli che si trovano atterrati presso il Cippo n. 465 e 466? Chi lo sa!
Per il ritorno, una volta giunti al Passo la Fara si prende il sentiero CAI n. 2 (402) fino alla Colonnetta n. 457 e da qui la sterrata dell’andata fino all’auto. Tempo complessivo di percorrenza 4,30 ore.
Per effettuare questa escursione chi non vuole partire da Poggio Bustone può partire da Leonessa seguendo in auto per pochi chilometri la strada della Vallonina fino all’inizio del sentiero CAI 2D (416).
Dopo aver percorso a piedi il fondovalle dove scorre il torrente Rio Fuggio si sale ripidamente, in una bella faggeta, al Passo La Fara. Da qui si inizia la ricerca dei Cippi (prima in direzione Nord e poi in direzione Sud).
Alla fine della ricerca si può tornare all’auto utilizzando il sentiero CAI n. 2E (417) che parte dalla radura dei Monti Versanello dove c’è la Colonnetta n. 457 e scende nel Vallone del Rio Fuggio a incrociare il sentiero n. 2D (416), il tempo complessivo di percorrenza, compreso piccole soste, non supera le 6-7 ore.
Al Passo la Fara si può salire anche da Rivodutri utilizzando il sentiero n. 2G (419), in questo caso bisogna tornare indietro utilizzando la stessa via e anche qui il tempo di percorrenza va dalle 6 alle 7 ore.
ESCURSIONE n. 4 : dal Cippo n. 474 al Cippo n. 470
dislivello 700 m
base di partenza Km 17-170 SS N° 521 "di Morro" (Rieti-Leonessa)
massima quota 1700 m di Collelungo
tempo di salita 2,30 ore
tempo di discesa 1,30 ore
itinerario segnato CAI Rieti n. 2C (415)
Si lascia l’auto al Km 19 della strada Morro Reatino-Leonessa presso la casa cantoniera, quota 1038 m.
Continuando a piedi sulla strada statale per altri cento metri, a sinistra di una curva, si incontra, cementato, il Cippo n. 474 con accanto una tabella indicativa che ricorda il vecchio confine tra lo Stato Pontificio e il Regno Borbonico.
Ritornati presso la casa cantoniera si prende il sentiero CAI Rieti n. 2C (415) che parte dal lato Sud della strada in direzione Sud-Ovest fino a raggiungere la cresta Nord-Ovest di Collelungo a quota 1169 m.
Qui i segni che indicano il sentiero sono sbiaditi ad ogni modo bisogna proseguire in direzione Sud-Est, si supera un punto pietroso e ripido “Malipassi”, e si continua sull'ampia cresta fino a giungere a quota 1652 m di Collelungo dove si trova ritto il Cippo n. 472, si continua ancora nella stessa direzione fino a incontrare a quota 1668 m il resto del Cippo n. 471 (colpito tanti anni fa da un fulmine), ancora avanti fino a incontrare ritto il Cippo n. 470 a quota 1700 m, fin qui ho impiegato 2,30 ore.
Collelungo, quota 1652 m, la Colonnetta n° 472, in fondo il Monte Tilia
Il ritorno si può fare per la stessa via impiegando 1,30 ore altrimenti dalla Colonnetta n. 470 si segue la cresta Est scendendo sul Prato Lupino e salendo sul Monte Corno 1735 m, da qui si scende all’ Ovile o Baita di Monte Corno, si supera la Terza Fossa e si incrocia il sentiero CAI n. 2 (402), 30 minuti dal Termine n. 470.
Continuando sul sentiero n. 2 (402), direzione Nord, si supera la Seconda Fossa, la Prima Fossa e si raggiunge la vetta di Monte Tilia 1775 m dove arriva una vecchia sciovia e c’è un grosso ripetitore passivo, 45 minuti dall’incrocio dei sentieri n. 2C (415) e 2 (402).
Dal ripetitore si scende in direzione Nord-Ovest verso La Forca prima su un ripidissimo prato e poi su tracce di sentiero in 1 ora, il percorso è evidente.
Dalla Forca su strada statale, sempre in direzione Ovest, si ritorna in 30 minuti all’auto.
Chi non vuole arrivare fino al Monte Tilia può iniziare la discesa dalla Seconda Fossa prendendo la sterrata che scende in direzione Nord-Ovest e che in 1 ora porta sul valico stradale La Forca.
Il Cippo n. 473 risulta introvabile, ho percorso più volte il vallone boscoso tra la Costa Belluccia e i Malipassi battendo tutta la zona a zigzag, il dislivello è notevole, si sale da 1039 m a 1652 m e ho dedicato a questa ricerca più giorni in diverse stagioni dell’ anno ma l’esito è stato sempre negativo.
ESCURSIONE n. 5 :
Cippi di confine: n. 412, 416, 417, 418, 419, 421, 423, 424, 435, 436, 438
escursione da fare in parte in auto o in mountain bike e in parte a piedi
tempo dell’ escursione: mezza giornata
Km totali del giro 34
Da Rieti (Porta d’Arce) si imbocca la SS Salaria per l’Aquila-Ascoli Piceno fino a giungere al Km 88 (600 metri dalla partenza) dove c’è il bivio con la SS 4bis per il Terminillo.
Percorsi 4 Km di quest’ultima strada si giunge all’ingresso di Vazia dove, al bivio, si gira per Castelfranco.
Dopo 300 metri si giunge ad un incrocio con due strade sterrate, all’angolo destro, lato Ovest, c’è in bella evidenza la Colonnetta n. 412, in alto si vede il paesino arroccato di Castelfranco (il posto di apposizione del Cippo è originale anche se nel passato è stato atterrato e poi ripiantato in modo errato, la linea scolpita sulla testa attualmente non indica la direzione del vecchio confine).
Sabato Fabi e Giuseppe Albrizio presso il Termine n° 412,
strada Vazia-Castel Franco, nei pressi del Fosso Ranaro, Rieti
Ripreso il cammino si supera il Fosso Ranaro e si continua sulla strada in direzione Ovest fino a giungere a un centinaio di metri dall’ingresso del paese (2,1 Km dal Cippo n. 412).
Qui c’è un incrocio con una strada proveniente da destra, la si imbocca (via Casa Nuova) e percorrendola con attenzione, il fondo asfaltato è ottimo ma è stretta, dopo 1,54 Km si arriva a un altro incrocio con una stradina proveniente da destra, qui si parcheggia.
Poco prima dell’incrocio in alto a destra si nota una grossa costruzione, antica villa di proprietari terrieri ora data in affitto a un contadino e adibita a fattoria, l’abitazione si trova a metà percorso circa tra Castelfranco (Rieti) e San Gregorio di Cantalice.
All’angolo della recinzione della villa, quello che si affaccia sull’incrocio, si trova spaccato a metà il Cippo n. 418; a detta del proprietario della villa, che ho avuto modo di contattare, il Termine è stato spaccato di proposito perché alcune persone erano convinte che la famosa medaglia (vedi la breve storia dei Cippi) era contenuta dentro il blocco di pietra cilindrica che forma la Colonnetta, sicuramente sono rimasti a mani vuote.
All’ingresso principale della fattoria, al lato sinistro di un grosso cancello si trova il Cippo n. 416, a destra il n. 419, guardando dal cancello (di solito chiuso con un grosso catenaccio), all’interno del giardino della villa si nota un grosso tavolo di pietra rotondo con un unico piede di dimensioni di un Cippo e otto sedili cilindrici sempre in pietra ma piccoli, il piede del tavolo è il Termine n. 417.
Queste Colonnette originariamente si trovavano nei terreni o al confine delle terre del proprietario della villa e dopo l’unificazione dell’Italia sono stati tolti dai loro posti originari e portati presso la grande casa.
Ripresa l’auto si prosegue in leggera salita (ottima vista sul lago Lungo e Ripa Sottile, sui Monti Sabini, su Poggio Bustone e su Monte Rosato), percorsi 730 metri si arriva a San Gregorio di Cantalice dove via Casa Nuova termina e si immette su via Giovanni Pascoli (che in questo tratto è parte del percorso del Cammino di Francesco).
Al bivio si va a sinistra e attraversato il centro abitato di Civitella, dopo 1 Km si incontra, sulla sinistra, un fontanile dove si parcheggia (in questo tratto di strada, sempre asfaltata ma molto stretta ci sono poche possibilità di parcheggio, se il fontanile è occupato tornare indietro e parcheggiare a Civitella).
A piedi dalla fontana si percorre la strada (direzione San Felice) ancora per una ventina di metri per poi entrare a sinistra (Sud) in un terreno recintato e scosceso, si segue in discesa la recinzione di destra fino alla fine del fondo dove si cerca un passaggio tra rovi e filo spinato per entrare in un altro terreno e scendere rapidamente nel fondo della valletta (Fosso di San Nicola), dove all’angolo destro, poco prima di una recinzione e di un ruscello c’è il Cippo n. 421, rimasto ritto nel suo posto originario (30 minuti tra andata e ritorno).
Per chi fa la gita in mountain bike il tratto da fare a piedi, lasciando la bici al fontanile, è solo questo.
Ritornati presso il fontanile, senza riprendere l’auto, a piedi si percorre la strada via Giovanni Pascoli per 300 metri, direzione San Felice da Cantalice, e poco prima che la strada inizia a scendere si va a sinistra su una strada sterrata, si superano alcune villette e dopo 200 metri si incontra sulla sinistra una piccola pineta, nascosto sotto un albero, poco sopra la strada, si trova ritto il Cippo n. 423.
A detta degli abitanti del luogo, originariamente la Colonnetta n. 423 si trovava sul Colle Simone (a quota 650m) poi è stata spostata per questioni di confine di qualche centinaia di metri.
Ripresa l’auto in pochi minuti si arriva al Santuario di San Felice, di solito chiuso a chiave (700 metri dal fontanile), si continua a scendere, direzione Ovest, in via Giovanni Pascoli(che fa ancora parte del percorso del Cammino di Francesco per un altro piccolo tratto, poi il sentiero abbandona la strada per scendere a sinistra nel Fosso di San Felice e giungere al Santuario della Foresta) fare molta attenzione, lo stradino è molto stretto e le auto che transitano vanno a tutta birra.
Percorsi 300 metri dal Santuario si supera una casa che si trova sul bordo del lato sinistro della strada e subito dopo una cunetta, a destra della cunetta si nota una capanna metallica. Parcheggiata l’auto si va nei pressi della capanna dove al suo angolo destro c’è ritto il Cippo n. 424, località Colle di Lino.
La Colonnetta si trova a un metro dalla strada sul terreno di proprietà di un signore (molto gentile) che abita lì vicino, il quale mi ha detto che un tempo il Termine si trovava sul ciglio della strada, posto originario, poi quando la carrareccia è stata allargata il Cippo è stato tolto dal suo posto e gettato lungo la scarpata, lui lo ha ripreso e piantato dove ora si trova.
Mi ha detto, inoltre, che ricorda altri Termini piantati ai bordi dello stradino scendendo verso la strada provinciale ma anche questi asportati in occasione dell’allargamento della strada e ora non si sa dove sono andati a finire.
Ripresa l’auto dopo 1,8 Km si arriva all’incrocio con la strada Rieti-Cantalice-Poggio Bustone, si gira a destra e percorsi 1,5 Km si è al ponte Capo d’Acqua. Il tratto di strada provinciale appena percorso coincide con la linea del vecchio confine.
Parcheggiata l’auto si ritorna a piedi presso il ponte e si imbocca lo stradino direzione Nord (stiamo sempre percorrendo il vecchio confine), al bivio successivo (500 metri dal ponte) andare a destra e percorsi altri 200 metri si giunge sulla strada asfaltata che a sinistra porta alla Riserva Naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile.
Attraversata la strada si continua sullo stradino opposto sempre in direzione Nord puntando verso una grossa casa bianca posta sopra un colle. Dopo 100 metri dalla strada asfaltata, appena superata, si incontra un altro incrocio, si continua in direzione Nord (stiamo attraversando la località della Piana Reatina detta Candeliera) si passa accanto a una villa tenendola a sinistra e su un ponticello si supera un piccolo torrente chiamato Rio Grande. Lungo tutto il percorso si ha un’ottima visuale su Poggio Bustone, Monte Rosato e Cima d’Arme.
Dopo il torrente la sterrata sale leggermente fino a giungere a un incrocio con 5 vie (800 metri dall’ ultimo bivio).
Si prende la strada di sinistra che è chiusa al traffico da una catena e porta a un agriturismo, in pochi minuti si giunge di fronte alla casa colonica ristrutturata e nel piazzale d’ingresso, utilizzato come parcheggio, ci sono piantati due Cippi, il n. 435 e il n. 436 con a fianco un bel basamento con la colonnetta troncata; la casa colonica si trova sul Cimale Trullo (a quota 423 m).
Ritornati all’incrocio si prende lo stradino in leggera discesa in direzione Nord-Ovest, poco prima di un cancello verde che si trova a destra, la strada diventa cementata e dopo 300 metri dal bivio precedente si giunge ad un altro incrocio.
Si va a destra su uno sterrato inizialmente in ripida salita e poi in piano, tralasciando tutti gli incroci sia a destra che a sinistra e proseguendo in direzione Est si giunge dopo circa 2 Km alla località Lo Spaccetto dove a destra, poco prima dell’ingresso di una villa, c’è ritto il Cippo n. 438.
E’ grazie al padrone della villa che la Colonnetta è rimasta al suo posto originario resistendo così ai numerosi tentativi di furto. Parlando con la proprietaria della villa questa si ricorda di altri Cippi che si incontravano lungo lo stradino, indicandomi anche il luogo esatto, purtroppo sono stati tutti rimossi dal luogo di apposizione originario e non si sa più che fine abbiano fatto. Dal termine n. 438 continuando verso Est per poche centinaia di metri sullo stradino ormai asfaltato si giunge sulla strada Rieti-Poggio Bustone.
Il ritorno all’auto lo si fa o per la stessa via dell’andata o sulla provinciale direzione Sud percorrendo circa 4 Km, chi ha fatto il giro in bike continua sulla provinciale in piano e in meno di 10 km è a Rieti.
A Sud di Vazia vi erano dei Cippi nella zona di Campo Lugnano (zona ospedale e nucleo industriale), Fosso Ranaro, località Puzzaro, Cimale Puzzaro, Via Salaria, Monte di Lesta, fiume Velino, Confluenza del fiume Salto con il fiume Velino e poi per un buon tratto i Termini non erano necessari perché il confine seguiva il letto del fiume Salto. Finora le mie ricerche in queste località non hanno dato esito positivo.
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Ultima modifica: 30 Aprile 2018